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Fondi europei per ridurre il divario Nord-Sud: sei miliardi alla Puglia, ma deve passare tutto da Roma

Ammonterà ad oltre duemila miliardi di euro la nuova dotazione di fondi europei per il periodo 2028-2034. La proposta della Commissione è ora all’esame del Parlamento di Strasburgo ma, intanto, se ne è discusso in uno degli appuntamenti politici ed economici più rilevanti del Paese: il Meeting di Rimini, giunto alla sua 45esima edizione.

Oltre 450 relatori da tutto il mondo hanno animato una settimana di confronti (140 convegni) su crescita, transizione verde, competitività e coesione sociale. Ma a tenere banco, almeno per le regioni italiane, è stato soprattutto il tema della gestione delle risorse comunitarie e dei fondi coesione per ridurre il divario Nord-Sud. Per l’Italia si prospetta una quota di aiuti di poco inferiore ai 100 miliardi di euro, con una ripartizione interna che assegna alla Puglia fra i 5 e i 6 miliardi. Risorse ingenti, decisive per infrastrutture, innovazione, ricerca e sostegno alle imprese, ma che rischiano – secondo le regioni – di restare imbrigliate in un meccanismo troppo centralizzato nelle mani dello Stato.

la denuncia

Le Regioni hanno denunciato il rischio di essere relegate a un ruolo marginale, pur essendo i territori i primi destinatari e gestori degli interventi. «Non si può immaginare che i fondi restino appannaggio esclusivo dei ministeri – ha ribadito dal palco di Rimini Giuseppe Catalano, capo di gabinetto del presidente Emiliano –. Sarebbe un errore politico e strategico che priverebbe gli operatori economici e gli enti locali di quel legame di vicinanza con i territori, decisivo per dar vita ad investimenti efficaci evitando il rischio di dispersione».

Un altro nodo emerso con forza riguarda l’agricoltura: per la prima volta le risorse destinate al settore sono state inglobate nel piano finanziario generale, senza più una voce autonoma. Una scelta che potrebbe ridimensionare un comparto vitale per l’economia del Mezzogiorno e della stessa Puglia, che da sola vale oltre il dodici per cento della produzione agricola nazionale.

Autonomia

La richiesta avanzata a Rimini è chiara: maggiore autonomia di spesa per le Regioni e regole di utilizzo più aderenti ai bisogni dei territori. Una partita che non si giocherà solo a Roma o a Bari, ma anche a Bruxelles. A rappresentare un tassello fondamentale di questa mediazione saranno infatti due pugliesi: Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione europea, e Antonio Decaro, presidente della Commissione ambiente. Entrambi chiamati a fare da ponte tra istituzioni comunitarie e amministrazioni locali, in una fase cruciale di negoziato.

Il confronto di Rimini, insomma, ha segnato il primo round di una lunga trattativa che accompagnerà i prossimi mesi. Una partita da oltre duemila miliardi in Europa e da cento miliardi in Italia, destinata a incidere profondamente sulle traiettorie di sviluppo del Paese. Con la Puglia che, forte di una dotazione miliardaria, rivendica il diritto di giocare un ruolo da protagonista.

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