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Flottiglie verso Gaza fermate, 46 italiani arrestati. Trump ad Hamas: «Accordo entro domenica o sarà l’inferno»

La crisi nella Striscia di Gaza si intensifica tra bombardamenti israeliani, negoziati diplomatici e tentativi di rompere il blocco navale. La Global Sumud Flotilla, composta da 44 imbarcazioni cariche di aiuti umanitari e volontari, è stata quasi interamente intercettata e sequestrata dalle forze israeliane in acque internazionali, a circa 70 miglia da Gaza. Arrestati 473…
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La crisi nella Striscia di Gaza si intensifica tra bombardamenti israeliani, negoziati diplomatici e tentativi di rompere il blocco navale. La Global Sumud Flotilla, composta da 44 imbarcazioni cariche di aiuti umanitari e volontari, è stata quasi interamente intercettata e sequestrata dalle forze israeliane in acque internazionali, a circa 70 miglia da Gaza.

Arrestati 473 attivisti, tra cui 46 italiani, trasferiti nei carceri di Ketziot e Saharonim in attesa di espulsione o processo. I quattro parlamentari italiani coinvolti sono stati liberati senza maltrattamenti e rientrati a Fiumicino. Israele ha etichettato gli attivisti come «terroristi», suscitando polemiche e proteste diplomatiche; la Farnesina ha chiesto rassicurazioni al Mossad sulle condizioni dei detenuti.

Nel frattempo, una nuova flottiglia, con 11 imbarcazioni e circa 100 persone tra medici, infermieri e giornalisti, è partita da Catania e Otranto verso Gaza. Attivisti a bordo, come Francesca Amoruso, dichiarano che la missione è umanitaria e non violenta.

L’Onu conferma che le flottiglie non rappresentano un’escalation. Le condizioni dei civili palestinesi restano drammatiche: dall’inizio degli attacchi, almeno 57 persone sono state uccise, tra cui un terapista di Medici Senza Frontiere, mentre le zone designate da Israele come «sicure» sono definite dall’Unicef come «luoghi di morte».

Sul fronte diplomatico, Hamas richiede tempo per valutare il piano di pace proposto da Donald Trump, che impone un ultimatum a domenica sera: ritiro dal potere, disarmo e restituzione degli ostaggi in cambio della cessazione dei combattimenti, senza garanzie su uno Stato palestinese. Qatar ed Egitto chiedono ulteriori negoziati su alcuni punti. La situazione resta quindi tesa, con la comunità internazionale sotto pressione per evitare un’escalation ulteriore e garantire la sicurezza dei civili e degli attivisti in mare e a terra.

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