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Flotilla verso Gaza, alta tensione: Mattarella invoca mediazione, gli attivisti rifiutano

Si intensifica lo scontro politico e diplomatico intorno alla missione della Global Sumud Flotilla, la flottiglia internazionale che tenta di rompere il blocco navale imposto da Israele su Gaza. Dopo il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha invitato gli attivisti ad accogliere la mediazione offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme per garantire…
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Si intensifica lo scontro politico e diplomatico intorno alla missione della Global Sumud Flotilla, la flottiglia internazionale che tenta di rompere il blocco navale imposto da Israele su Gaza. Dopo il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha invitato gli attivisti ad accogliere la mediazione offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme per garantire la consegna sicura degli aiuti umanitari, è arrivato il rifiuto netto da parte dei promotori. «Non possiamo cambiare rotta – afferma la portavoce italiana Maria Elena Delia – perché significherebbe legittimare un’azione illegale. Chiediamo piuttosto che sia rispettato il diritto internazionale».

La pressione cresce anche sul piano interno. Il ministro della Difesa Crosetto ha chiarito che l’Italia non può garantire la sicurezza in acque israeliane, mentre il segretario della Cgil Maurizio Landini ha minacciato uno sciopero generale se la missione venisse bloccata con la forza. Intanto nuove barche si preparano a salpare da Catania, con una mobilitazione annunciata da movimenti e sindacati.

Sul terreno, la situazione resta drammatica: secondo fonti palestinesi, oltre trenta civili – tra cui due bambini – sono stati uccisi dall’alba nei bombardamenti israeliani, anche mentre tentavano di raggiungere punti di distribuzione di aiuti. L’Idf rivendica di aver colpito 140 obiettivi militari a Gaza e un impianto di Hezbollah in Libano.

A New York, l’Assemblea generale dell’Onu è dominata dalla crisi: Abu Mazen ha ribadito la disponibilità a governare Gaza chiedendo il disarmo di Hamas, mentre Netanyahu si prepara a parlare annunciando che «non ci sarà mai uno Stato palestinese». L’Ue, intanto, valuta nuove sanzioni, mentre Arabia Saudita e Francia spingono per una soluzione a due Stati.

La Flotilla, però, rilancia la sfida: «Israele non ci fermerà. Continueremo finché gli aiuti non entreranno liberamente e il popolo palestinese non sarà libero».

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