Al termine del braccio di ferro tra popolari e socialisti a Bruxelles sulla composizione della nuova Commissione europea che ha tenuto con il fiato sospeso la presidente Ursula Von der Leyen, arriva il sarcasmo del governatore pugliese, Michele Emiliano, sulla nomina a vice presidente esecutivo di Raffaele Fitto: «oggi c’è una bella notizia, il ministro Fitto di Fratelli d’Italia entra a fare parte di un governo con il Pd. Possibile che nessuno riesce a spiegare la cosa straordinaria che è avvenuta? Fitto si è rassegnato all’idea di governare l’Europa con il Pd che, devo dire, lo ha aiutato in tutti i modi possibili perché sapevamo che attorno a Giorgia Meloni c’erano molti di peggio, con il rischio di avere qualche nostalgico della fiamma tricolore. Invece tutto sommato Fitto è un vecchio democristiano con molte asperità, ma anche tante qualità».
La decisione
Ed è proprio la formazione moderata del nuovo commissario europeo alla Coesione territoriale la caratteristica che alla fine ha consentito l’apertura di credito a Ecr, il partito di destra che Fitto contribuì a formare alcuni anni fa, quando sedeva al Parlamento europeo. Infatti, tra le clausole dell’accordo tra Ppe, S&D e liberali di Renew c’è la richiesta allo stesso Fitto di «dimostrare la sua indipendenza da Roma», un controcanto a un’altra postilla che chiede alla commissaria spagnola, vice presidente anche’ella, Teresa Ribera del Pse, di «dimettersi se dovesse essere indagata dalla magistratura, quale attuale ministro alla transizione ecologica del governo di Madrid, sulle alluvioni» che hanno devastato la penisola Iberica nelle scorse settimane, provocando oltre duecento morti nella sola regione di Valencia.
Mentre un’ulteriore limatura è stata data alle deleghe in materia sanitaria affidate del commissario ungherese Olivér Várhelyi prima del definitivo via libera all’accordo, salutato da molti esponenti politici in modo positivo, tranne da Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5Stelle contrari fin dal primo momento al commissario indicato dal governo italiano.
Lo scenario
Adesso non rimane che un ultimo passaggio nell’aula di Strasburgo mercoledì prossimo quando l’Eurocamera sarà chiamata a ratificare in blocco tutta la commissione.
Un voto, espresso in forma palese, che potrebbe vedere la contrarietà dei Verdi, fino a ora in maggioranza, e di contro il favore di Fratelli d’Italia, che, con la nomina di Fitto non potrà certo replicare il no al Von der Leyen II espresso sia in sede di Consiglio europeo che durante il voto parlamentare a luglio scorso. E sull’esito positivo della seduta della prossima settimana si dice certo il ministro degli esteri Antonio Tajani, uno dei grandi tessitori della tela Fitto a Bruxelles.