Luci e ombre del suo rapporto con Silvio Berlusconi, nell’intervista rilasciata da Gianfranco Fini al “Foglio“. Nella sua quasi quarantennale carriera di politico di destra, l’ex leader di Alleanza Nazionale ha ripercorso le tappe fondamentali del suo rapporto con il “Cavaliere“.
Dall’alleanza in parlamento, passando per la fondazione de “Il popolo delle libertà” (incubatore politico di vari politici della generazione attuale, come Giorgia Meloni), fino al periodo da separati in casa, poi sfociato nella lite avanti alle telecamere e diventata virale «Che fai? Mi cacci».
«Era un impresario e un uomo che comandava, punto. Non dovevo accettare la proposta di dare vita al partito unico» queste le critiche che ha mosso Gianfranco Fini che mal digerì l’attacco delle testate del “Cav” a sua moglie. «Le cose andarono al di là del lecito, quel che hanno fatto a Elisabetta (Tulliani, sua moglie) fu una roba fuori misura».
Nonostante le frizioni tra i due l’ex leader di An non manca di elogiarne le qualità politiche e svela anche cosa ammirasse del Berlusconi “politico”. «È stato un politico abilissimo in alcune intuizioni, un rivoluzionario, ma anche uomo che difettava di senso dello Stato o delle istituzioni»