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Fine vita, Giani ospite da Bruno Vespa: «La nostra legge sganciata da ideologie»

Con il raddoppio del “Forum in masseria”, Bruno Vespa interroga la politica anche d’inverno, dopo gli incontri in Puglia nel suo resort in Valle d’Itria d’estate. A Saturnia, luogo termale del grossetano, è al centro l’agenda politica ad ampio spettro. Tra i temi affrontati, oltre alle grandi questioni nazionali e internazionali, anche la recente polemica seguita all’approvazione da parte della Regione Toscana di una legge che regola il cosiddetto “fine vita”.

Giani e il fine vita

A discuterne con il popolare conduttore televisivo il governatore Eugenio Giani, il quale ha ribadito come la norma approvata a Palazzo del Pegaso, «dopo sei anni dalla sentenza della Corte costituzionale – la 242 del 2019 – possa essere una spinta al Parlamento perché osservi ciò che la Consulta ha chiesto». Mentre sui contenuti del dispositivo approvato dai consiglieri toscani, sottolinea: «sapevo che l’argomento è molto delicato, lo abbiamo approfondito a lungo e mi sono reso conto che dovevamo fare una legge sganciata dalle impostazioni ideologiche. In Italia il trattamento medicalmente assistito per il fine vita è qualcosa che esiste già.

È evidente che non entro sui principi che ha dettato la Corte Costituzionale, entro nelle procedure. Temevo questo argomento, ho proceduto con legge perché pensavo fosse il momento. Abbiamo avuto 27 voti a favore e 13 contrari e penso che anche su questo tema la società civile è più avanti della politica», ha aggiunto il presidente Giani, difendendo quanto approvato dalla maggioranza di centrosinistra.

La reazione dell’opposizione

Una legge che nelle scorse settimane a ridosso del varo ha scatenato non poche polemiche, tanto che i consiglieri di centrodestra hanno fatto ricorso al collegio di garanzia statuaria per la verifica di conformità, rispetto allo statuto della Regione, della legge sul suicidio medicalmente assistito, chiedendo «un parere al fine di conoscere se la legge regionale in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità, risulti conforme allo Statuto della Regione Toscana».

Per quanto a livello nazionale, non tutti nel centrodestra sono convinti che non si debba legiferare sul fine vita. Tra questi uno degli esponenti di punta è il collega di Giani Luca Zaia, governatore del Veneto, il quale afferma che “si tratta di non essere ipocriti. Se qualcuno è contrario, anche se io non condivido l’atteggiamento poco liberale, proponga una legge che vieti il fine vita e non se ne parla più. Ma è inaccettabile questo non dare seguito a una sentenza della Corte».

Una sentenza che da cinque anni ha chiesto appunto al Parlamento di regolare una materia avvertita come importante e soprattutto come un diritto liberale per quanto vivono sofferenze croniche e soprattutto inguaribili.

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