Ha fatto il giro del mondo la notizia della condanna all’ergastolo di Filippo Turetta per l’efferato femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. Le maggiori testate ed emittenti straniere come Cnn, Bbc e France24 hanno dato risalto alla vicenda attraverso il processo che “ha portato all’evidenza un fenomeno frutto della violenza maschile e del patriarcato” scrive l’emittente inglese.
«L’ex fidanzato condannato all’ergastolo nel caso di femminicidio che ha sconvolto l’Italia» titola la Cnn, per poi passare alla ricostruzione dell’omicidio e sottolineare le aggravanti che hanno portato alla condanna di Turretta.
La Bbc invece racconta il particolare della lista che Giulia ha redatto con i “15 motivi per cui avrebbe dovuto lasciarlo“: dall’impedirle di uscire con gli amici, all’obbligo di aiutarlo con gli studi. Dallo stare attenta a mandare il giusto numero di emoji “a forma di cuore” nelle chat, fino al bisogno di sapere in ogni momento dove si trovasse
L’emittente americana, si sofferma anche sul ritratto del padre della vittima: “Il padre di Cecchettin, Gino, che era presente in aula, non ha guardato l’assassino di sua figlia. Dopo il verdetto, ha detto di essersi sentito strano. «Non sono più sollevato o triste di quanto non fossi prima del verdetto. Come padre, non è cambiato nulla»“.
Il Guardian invece racconta dell’episodio in aula che ha visto coinvolti l’avvocato difensore di Turetta, Caruso, e il padre della vittima. “Il legale, nell’arringa difensiva ha spiegato che il carcere a vita per il suo cliente fosse una punizione eccessiva perché «Non si tratta di Pablo Escobar». La reazione del padre è stata ovviamente dura perché la memoria della figlia è stata nuovamente infangata con un paragone del genere“
La Cnn inquadra poi Turetta, presente anche lui in aula, “impassibile, fissava la scrivania di fronte a lui e si trovava di fianco ai suoi avvocati quando è stato letto il verdetto“. Passa poi a parlare del dibattito acceso in Italia dalla vicenda Cecchettin sulla violenza contro le donne, “così come su ciò che è ampiamente visto come un fallimento nel prevenire il flagello. Una donna – scrive la Cnn – viene uccisa dal fidanzato, marito o ex compagno ogni tre giorni in Italia, secondo le statistiche del governo. Più di 106 donne sono state uccise nell’anno successivo all’omicidio di Cecchettin“
L’emittente francese France24 invece chiude il proprio articolo focalizzando l’attenzione anche sulle parole della sorella di Giulia, Elena, che ha fatto riferimento a una necessaria e urgente rivoluzione culturale e ha fatto appello a “bruciare tutto“. Frase apparsa su striscioni e muri insieme a quella del “Patriarcato che uccide“