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Cronaca Italia

Femminicidio Deidda, i sommozzatori cercano il martello con cui l’ex marito l’avrebbe uccisa

Da stamane i carabinieri del Ris (Reparto investigativo speciale) e i sommozzatori sono impegnati nelle ricerche in mare, nelle acque sotto il ponte sulla strada statale 195 “Sulcitana” fra Cagliari e Capoterra, dove Igor Sollai, in carcere dall’8 luglio scorso per il femminicidio e l’occultamento del cadavere della ex moglie Francesca Deidda, ha raccontato di aver lanciato in mare il proprio martello (arma del delitto) e anche il cellulare della donna.

Durante l’ultimo interrogatorio davanti al pm Marco Cocco, il 4 dicembre scorso, Sollai, assistito dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, ha riconosciuto il modello dell’arma del delitto da alcune foto che gli sono state mostrate.

Prima di disfarsi dello smartphone della moglie, l’autotrasportatore l’aveva usato per simulare un allontanamento volontario della donna, rispondendo ai messaggi di colleghi e amici per far credere che Francesca fosse ancora viva.

È stato proprio l’espediente dello smartphone a tradirlo, quando una collega della moglie, insospettita, ha inventato, in una chat, il licenziamento di un’inesistente compagna di lavoro di Francesca. Nel frattempo, Sollai aveva comunicato le dimissioni della moglie dal call center in cui la donna lavorava, spacciandosi per lei.

Tutte circostanze che Sollai ha ammesso dopo la confessione, arrivata il 21 novembre scorso, dopo mesi in cui aveva negato qualsiasi coinvolgimento nella sparizione di Francesca. La sua versione è incentrata sul delitto d’impeto, seguito a una discussione sulla fine del matrimonio, ma l’accusa ha elementi per sostenere la premeditazione.

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