Due decessi in poche ore riaccendono l’allarme sulla diffusione del virus West Nile nel centro-sud Italia. Un uomo di 80 anni, contagiato a Maddaloni, è morto all’ospedale di Caserta a causa delle gravi complicazioni legate al virus. A Roma, all’istituto Spallanzani, è deceduto un altro paziente: un 77enne della provincia di Frosinone, immunodepresso e con patologie croniche, che aveva recentemente soggiornato a Baia Domizia.
La Febbre del Nilo Occidentale è una malattia trasmessa principalmente dalle zanzare e può provocare forme gravi, soprattutto in soggetti fragili o anziani. Il virus è spesso silente, ma in alcuni casi può causare encefaliti o altre complicanze neurologiche.
A commentare la situazione è Gianni Rezza, già direttore della Prevenzione al Ministero della Salute, che invita a non sottovalutare il rischio: «Pur evitando allarmismi, è importante monitorare con attenzione i focolai, individuando tempestivamente nuovi casi umani o positività tra animali e vettori». Rezza evidenzia anche l’importanza della fauna urbana – come cornacchie e gabbiani – nel potenziale ruolo di diffusione della malattia.