È «in contrasto con tutte le politiche europee del Green deal, del piano RePowerEu e le direttive Ue sulla qualità dell’aria e sulla decarbonizzazione». Lo dice l’europarlamentare del Pd e presidente della commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo, Antonio Decaro, in riferimento alla nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) concessa dal Ministero per lo stabilimento ex Ilva di Taranto «che consente la prosecuzione della produzione a carbone per altri 12 anni e la trasformazione dell’altoforno Afo2 in un impianto per il co-incenerimento di plastiche (oltre 50.000 tonnellate l’anno)».
Decaro annuncia di avere presentato – insieme ai colleghi Palmisano, Tridico, Tamburano, Morace, Marino e Corrado – un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea nella quale si chiede se l’Aia così come elaborata, sia «compatibile con gli obiettivi europei su ambiente e salute pubblica, e quali interventi ha posto in essere lo Stato italiano per conformarsi al diritto dell’Unione in merito alla procedura di infrazione cui è soggetta l’Italia per il mancato rispetto dei limiti di emissione e per le gravi conseguenze sanitarie e ambientali legate alle attività dell’impianto».
L’eurodeputato pugliese spiega che «abbiamo sottoscritto con diversi parlamentari presenti nella commissione parlamentare Envi questa interrogazione che chiede chiarimenti sull’autorizzazione integrata ambientale rilasciata, che in maniera paradossale, quasi assurda, autorizza la produzione a carbone in controtendenza non solo con tutte le politiche europee di tutela della salute e dell’ambiente ma anche rispetto agli investimenti per la decarbonizzazione che la siderurgia sta facendo in Europa e nel mondo».
Per Decaro «gli impianti a carbone sono dannosi per la salute, non sostenibili dal punto di vista ambientale e a breve saranno anche totalmente anti economici. Ci chiediamo – conclude -: è questa la strada che si intende prospettare ai tarantini e ai pugliesi?».