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Eurozona, inflazione sotto il 2%: via libera per il taglio dei tassi della Bce

L’inflazione dell’Eurozona è scesa a maggio all’1,9%, tornando per la prima volta, da quasi tre anni, sotto l’obiettivo del 2% fissato dalla Bce. Un risultato importante, che rafforza le attese dei mercati per un taglio dei tassi da parte della Banca europea nella riunione di giovedì 5 giugno. La discesa è anche leggermente migliore rispetto…
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L’inflazione dell’Eurozona è scesa a maggio all’1,9%, tornando per la prima volta, da quasi tre anni, sotto l’obiettivo del 2% fissato dalla Bce. Un risultato importante, che rafforza le attese dei mercati per un taglio dei tassi da parte della Banca europea nella riunione di giovedì 5 giugno.

La discesa è anche leggermente migliore rispetto alle previsioni degli analisti, che si aspettavano un valore tondo al 2%. In calo anche l’inflazione core – che esclude alimentari ed energia – scesa al 2,3% dal 2,7% di aprile, segno che il rallentamento dei prezzi sta diventando più strutturale.

Decisivo il raffreddamento del settore servizi, passato dal 4% al 3,2%, in parte per il normale rientro dopo l’impennata di aprile legata al calendario pasquale (nel 2024 anticipato a marzo). Secondo i mercati, il taglio di giovedì – da 2,25% a 2% – è ormai scontato.

E si rafforzano le ipotesi di ulteriori sforbiciate nel corso dell’anno: le previsioni puntano su un altro taglio entro dicembre, con un tasso terminale all’1,75%. Nomura si spinge oltre e stima un possibile arrivo all’1,5% entro settembre 2025. Il motivo? «L’inflazione sarà sotto il 2% almeno per i prossimi due anni» e i nuovi dazi statunitensi potrebbero frenare la crescita dell’area euro, secondo gli analisti della banca giapponese.

Il consiglio direttivo della Bce, tuttavia, resta diviso. Nei giorni scorsi Isabel Schnabel, esponente dell’ala rigorista dell’istituto di Francoforte, ha avvertito che l’inflazione potrebbe risalire a causa dell’aumento della spesa pubblica in Germania e delle tensioni commerciali globali. Altri membri del board segnalano invece rischi al ribasso, dalla frenata economica al possibile afflusso di prodotti cinesi a basso costo, passando per l’apprezzamento dell’euro e il calo dell’energia.

Intanto, l’attività economica nell’Eurozona ha mostrato segnali di rallentamento: a maggio l’indice Pmi composito è sceso a 49,5 punti, sotto la soglia dei 50 che separa espansione e contrazione, dopo il 50,4 di aprile. Il rallentamento riguarda soprattutto i servizi, che finora avevano tenuto più della manifattura.

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