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Elezioni regionali, schieramenti alle prese con il rebus candidati: entro Ferragosto la schiarita?

Ultimi atti di suspense per i consiglieri regionali che puntano alla riconferma e per quanti ambiscono a un seggio nell’aula di via Gentile. Domani la Camera dei deputati voterà, se non dovessero esserci contrattempi, la cosiddetta legge salvaconsiglieri. La corsa contro il tempo del deputato di Forza Italia Mauro D’Attis e degli altri parlamentari promotori…
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Ultimi atti di suspense per i consiglieri regionali che puntano alla riconferma e per quanti ambiscono a un seggio nell’aula di via Gentile.

Domani la Camera dei deputati voterà, se non dovessero esserci contrattempi, la cosiddetta legge salvaconsiglieri. La corsa contro il tempo del deputato di Forza Italia Mauro D’Attis e degli altri parlamentari promotori dell’iniziativa legislativa sta riscuotendo successo.

Dopo diversi tentativi di evitare che i pugliesi vedessero ridotta la loro rappresentanza da 50 a 40 consiglieri regionali, la nuova legge è entrata in porto, resta solo l’attracco definitivo.

Lo scenario

Intanto, il quadro delle candidature a presidente, è ancora avvolto nell’incertezza in ambedue gli schieramenti. Ancor di più dopo che alle cinque regioni a statuto ordinario che andranno al voto in autunno: Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia si è aggiunta la Calabria con le dimissioni del presidente Mario Occhiuto e la contestuale convocazione di nuove elezioni.

Oggi, per quanto riguarda il centrosinistra, dovrebbe essere finalmente annunciato il via libera al secondo mandato per Eugenio Giani in Toscana. Il governatore uscente sembra aver smussato tutte le incomprensioni e i distinguo sia con la segretaria del Pd, Elly Schlein, fredda verso il bis, che con il Movimento 5 stelle, grazie anche all’accordo tra i due partiti maggiori della coalizione sul nome del pentastellato Roberto Fico in Campania.

Se così fosse il primo pacchetto sarebbe chiuso con Matteo Ricci nelle Marche e il duo Giani-Fico in Toscana e Campania.

Un accordo che prelude al via libera ad Antonio Decaro in Puglia, grazie anche a un pressing su Michele Emiliano «con cui si potrebbe chiudere un accordo», al netto della irremovibilità del governatore uscente sulla sua candidatura a consigliere regionale. Mentre per quanto riguarda l’altra condizione posta da Decaro, e cioè l’esclusione di Nichi Vendola dalle candidature in Alleanza verdi e sinistra, ci stanno pensando i 5Stelle a far desistere il predecessore di Emiliano, visto che un’eventuale discesa in campo del poeta di Terlizzi drenerebbe voti pentastellati verso Avs.

Nel centrodestra, invece, è al centro solo la questione Marche: una sorta di Ohio per la coalizione di Governo, tanto che la stessa premier, Giorgia Meloni, ieri è giunta ad Ancona per presentare gli interventi dell’esecutivo a favore della Regione, a partire dall’ingresso nella Zes (zona economia speciale) e dalla Pedemontana, e soprattutto per sostenere il presidente uscente Francesco Acquaroli, l’unico, insieme al successore di Luca Zaia in Veneto e a questo punto con Occhiuto in Calabria, che potrebbe far considerare la partita delle regionali una sostanziale parità, se il centrosinistra dovesse confermarsi nelle altre tre regioni. Anche se, per i candidati presidente «c’è tempo», afferma il leader di Forza Italia, Antonio Tajani.

Tempo sì, ma fino a Ferragosto è il mantra che si ascolta sia a Palazzo Chigi che al Nazareno, due quartier generali che vorrebbero chiudere la griglia di partenza prima per la campagna d’autunno prima di andare in vacanza.

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