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Elezioni in Moldova, vince il partito europeista Pas: accuse di brogli dai filo-russi vicini a Mosca

Vittoria netta per il partito filo-occidentale Pas alle elezioni legislative in Moldova. Con il 99,5% delle schede scrutinate, il Partito d’Azione e Solidarietà guidato dalla presidente Maia Sandu ha ottenuto il 50,03% dei voti, contro il 24,26% del Blocco Patriottico e il 7,99% del Blocco Alternativa, entrambi vicini a Mosca. Seguono Nostro Partito (6,21%) e Democratia Acasa (5,63%). Un risultato che conferma la scelta geopolitica del Paese: accelerare verso l’integrazione nell’Unione Europea ed uscire definitivamente dall’orbita russa.

Il voto è stato segnato da tensioni: false minacce di bomba in vari seggi, inclusi quelli di Roma e Bruxelles, attacchi informatici alle infrastrutture elettorali e l’esclusione di due partiti filorussi accusati di finanziamenti illeciti. Mosca nega ogni ingerenza, mentre l’ex presidente Igor Dodon ha annunciato proteste denunciando brogli, senza fornire prove.

La vittoria del Pas è stata salutata a Bruxelles come “storico passo avanti”. “Moldova, ci sei riuscita di nuovo: hai scelto Europa, democrazia, libertà”, ha scritto Ursula von der Leyen. Congratulazioni anche da Roberta Metsola e Kaja Kallas, che hanno parlato di “chiaro sì a un futuro europeo”. Soddisfazione è giunta anche da Volodymyr Zelensky: “La Russia non è riuscita a destabilizzare la Moldova”.

Sul piano interno restano difficoltà economiche e inflazione alta, terreno fertile per la propaganda filo-russa. A Chisinau, molti elettori hanno votato pensando alla guerra in Ucraina: “Abbiamo paura, l’Europa è protezione”, racconta Viorica, venditrice di frutta. Ma nelle campagne non mancano nostalgie sovietiche. Una società divisa, mentre il governo punta a portare il Paese nell’Ue entro il 2030.

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