È bagarre alla Camera dei deputati sul disegno di legge dedicato all’educazione sessuale e affettiva nelle scuole e al consenso informato. Dopo giorni di tensioni sotterranee, la polemica è esplosa apertamente quando la Lega ha presentato un emendamento che impone, per le scuole medie, l’obbligo del consenso dei genitori prima di attivare percorsi formativi sull’affettività o la sessualità. Il ministro dell’Istruzione Valditara ha quindi lasciato l’Aula dopo le accuse rivoltegli dall’opposizione. Una retromarcia rispetto al testo licenziato in commissione, che aveva previsto l’estensione di tali attività anche agli studenti delle medie.
La discussione
La discussione si è rapidamente accesa. A infiammare il dibattito è stata Chiara Appendino (M5S): «L’educazione sessuale non è pericolosa, lo è l’ignoranza. Se qualcuno qui ha paura del sesso, la affronti e non la trasmetta ai nostri ragazzi. Il sesso è naturale, lo facciamo tutti». Parole accolte da applausi e risatine, cui ha replicato il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Caiata: «Vogliamo solo che i genitori siano informati e diano il consenso. Malati sì, ma di democrazia e libertà». Il clima è diventato incandescente quando ha preso la parola il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha respinto le accuse dell’opposizione: «È falso che questa legge impedisca l’educazione sessuale o affettiva. È vergognoso strumentalizzare i femminicidi per attaccare il governo». Poi, rivolgendosi ai banchi del centrosinistra, ha gridato: «Vergognatevi». L’intervento del ministro ha scatenato un’ondata di proteste. «Offese indegne verso il Parlamento», ha tuonato Andrea Casu (Pd), chiedendo il ritiro delle parole. Riccardo Magi (+Europa) ha parlato di «totale mancanza di rispetto per le opposizioni», mentre Vittoria Baldino (M5S) ha replicato: «A doversi vergognare è Valditara, che deve chiedere scusa agli studenti italiani». Anche Elisabetta Piccolotti (Avs) ha denunciato il rischio che la legge apra le scuole a «associazioni anti-scientifiche e antiabortiste». In difesa del ministro è intervenuta la Lega, parlando di «strumentalizzazioni» e ribadendo che «Valditara difende l’educazione, non la limita». Dopo un breve tentativo di chiarimento – «Mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso» – il ministro ha lasciato l’Aula, ufficialmente per un impegno istituzionale in Puglia, tra cori di protesta e cartelli alzati.
Il ddl
Il clima teso ha portato la vicepresidente Anna Ascani a sospendere la seduta, dopo le richieste di Pd, M5S e Alleanza Verdi Sinistra di riunire una capigruppo urgente. Marco Grimaldi (Avs) ha chiesto che «non si riprenda finché il ministro non chiederà scusa». Il disegno di legge in discussione prevede che per ogni attività extracurricolare legata a temi affettivi o sessuali sia richiesto il consenso informato di famiglie o studenti maggiorenni. L’emendamento della Lega ha modificato il testo, consentendo tali attività anche alle scuole medie, ma solo con l’approvazione dei genitori, mentre resta il divieto per elementari e infanzia. Sullo sfondo, i dati che parlano chiaro: secondo le ultime indagini, nove giovani su dieci chiedono l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole.