La prossima legge di bilancio nasce sotto il segno del risparmio economico: per rispettare il Patto di stabilità l’Italia dovrà tagliare 13 miliardi l’anno per sei anni, mentre la spesa militare continuerà a crescere come richiesto dalla Nato. Le risorse mancano e il ministro Giorgetti ribadisce che non esistono «tesoretti»: il rischio è che i sacrifici si traducano in meno fondi per sanità, scuola e welfare, con una spesa pubblica vincolata a crescere non oltre l’1,5%. Intanto si studiano nuovi strumenti, dal possibile prelievo sui buyback azionari – molto usati dalle banche – a un’ulteriore rottamazione delle cartelle.
Sul fronte fiscale si ipotizzano riduzioni di Irpef e Ires, ma senza coperture certe: l’alternativa resta tra nuovi tagli o più tasse. Il taglio del cuneo fiscale, finora misura simbolo, ha prodotto benefici limitati e in parte vanificati dal drenaggio fiscale, oltre 25 miliardi solo nel 2024.
Per i sindacati è una «presa in giro» ai lavoratori. Confesercenti avverte: fiducia delle famiglie in calo e consumi deboli rischiano di spingere il Paese in stagnazione, mentre il turismo chiude l’estate in chiaroscuro. Le prospettive per l’autunno restano fragili: tra incertezze geopolitiche, dazi e vincoli europei, la manovra rischia di consolidare un modello regressivo più che rilanciare la crescita.