L’aumento degli stipendi ai docenti, previsto dalla legge di bilancio, sta mettendo a dura prova le università, che rischiano di trovarsi senza fondi per assumere nuovo personale e garantire un’offerta formativa adeguata.
«È un anno nero per le università», ha affermato Tommaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, sottolineando il rischio di un futuro incerto per il sistema universitario italiano.
Scontri alla Sapienza di Roma
Mentre i rettori lanciano l’allarme, alla Sapienza di Roma si registrano nuovi scontri tra studenti di destra e di sinistra, che alimentano ulteriormente un clima di tensione. Un vigilante è rimasto ferito e il timore di nuovi episodi di violenza è palpabile.
«Il rischio è che l’80% delle spese delle università vada in stipendi – ha spiegato John Mc Court, rettore dell’Università di Macerata -. I tagli e i nuovi costi ci stanno mettendo con le spalle al muro».
La ministra Bernini cerca soluzioni
La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, è consapevole della gravità della situazione e ha già sollevato la questione con il ministro dell’Economia. La ministra sta lavorando per trovare nuove risorse e rendere il sistema universitario più flessibile. Tra le ipotesi allo studio, una modifica alla legge di bilancio per escludere gli atenei dalla norma che impone agli enti pubblici di restituire allo Stato i risparmi dovuti al mancato turn over.
Le opposizioni chiedono al governo di intervenire con urgenza per salvare le università. «I tagli alle università porteranno i nostri atenei alla situazione gravissima di spendere addirittura 4/5 dei propri budget in stipendi», hanno affermato i capigruppo M5S in commissione cultura alla Camera e al Senato. Anche il PD ha espresso preoccupazione per la situazione, sottolineando che il rischio è quello di compromettere il funzionamento delle università.