Si continua a morire in Ucraina. Nella regione di Sumy un attacco notturno con droni russi ha colpito un’abitazione civile, uccidendo una famiglia di quattro persone, tra cui due bambini di sei e quattro anni. La guerra, a oltre tre anni e mezzo dall’invasione, continua a ridefinire equilibri politici, militari ed energetici in Europa, che «deve dare una risposta forte e unita», ha dichiarato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, rilanciando il progetto di un «muro anti-drone» a difesa del fianco orientale della Nato.
Il tema è al centro anche a Varsavia, dove il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, ha ribadito che non si possono usare missili milionari contro droni dal costo di poche migliaia di dollari. Sul tavolo resta anche l’ipotesi, rivelata dal Telegraph, di una no-fly zone sull’Ucraina occidentale, proposta da politici e militari occidentali.
Intanto, in Polonia è stato arrestato Volodymyr Zhuravlev, cittadino ucraino ricercato per il sabotaggio ai gasdotti Nord Stream. È il secondo arresto legato alle esplosioni del 2022, ancora avvolte dal mistero.
Sul fronte interno, Mosca ha annunciato l’ampliamento del crematorio di San Pietroburgo, destinato a diventare il più grande d’Europa. Secondo stime occidentali, le perdite russe avrebbero già superato un milione di uomini tra morti e feriti, la cifra più alta dai tempi della Seconda guerra mondiale.
Mentre il Cremlino insiste che a Odessa e Mykolaiv «molti vorrebbero un destino russo», Kiev rilancia il progetto di uno «scudo aereo comune» con i partner europei. Per il premier ungherese Viktor Orbán, invece, l’Ucraina «senza l’aiuto dell’Occidente sarebbe già finita».