«È la prima volta che velivoli della Nato hanno ingaggiato minacce potenziali all’interno del nostro spazio aereo». La gravità di quello che è accaduto è tutte nelle parole del comandante supremo alleato in Europa, il generale Usa Alexus Grynkewich. Che alcuni droni russi, per l’esattezza 10, provenienti dalla Bielorussia siano stati intercettati nella notte tra il 9 e il 10 settembre in territorio polacco non ha precedenti, anche rispetto alle precedenti incursioni momentanee di velivoli di Mosca sui confini dei Paesi Baltici. «Non c’era alcuna intenzione di attaccare obiettivi sul suolo polacco», si è smarcato il Cremlino. Poi ha rincarato la dose accusando la Polonia di voler aggravare la situazione sul territorio ucraino.
La reazione di Tusk
Nessun dubbio da parte di Varsavia sulla provenienza dei droni russi. «Non si è trattato di un fatto accidentale», ha sottolineato il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski parlando di un attacco senza precedenti per il Paese e l’intera Nato. «Non siamo mai stati così vicini a un conflitto dalla Seconda Guerra Mondialw», ha tuonato invece il premier polacco, Donald Tusk, chiedendo l’attivazione dell’articolo 4 della Nato, con cui un Paese minacciato può chiedere consultazioni tra i membri, a partire dal segretario dell’Alleanza, Mark Rutte, fino a Meloni, Macron e Merz.
Trump laconico su Truth
In un tono più disteso sembra invece il commento del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che sul suo social Truth ha scritto laconico: «Perché la Russia viola lo spazio aereo polacco con i droni? Ci risiamo!». Un post che ha creato indignazione, smorzata dalla Casa Bianca, che ha fatto sapere che il Tycoon parlando con il suo omologo polacco, Karol Nawrocki, gli abbia garantito il sostegno contro le violazioni dello spazio aereo e la difesa necessaria.
L’intervento italiano
Tra gli aerei che hanno disintegrato i droni russi sullo spazio aereo russo c’era anche un velivolo militare italiano da ricognizione, un Gulfstream G550-Caew della task force italiana 32nd Wing – Baltic Eagle III, decollato dalla base di Amari, in Estonia. «Sono state identificate 19 violazioni», ha detto ancora Tusk. In ogni caso, né i droni né la loro distruzione avrebbe causato vittime, mentre una casa e un’auto sino state danneggiate nella parte orientale del Paese.
Dietro l’attacco russo
Non sembrerebbe un caso l’affronto russo in territorio polacco. Le intrusioni sono avvenute, infatti, alla vigilia di grandi manovre militari congiunte tra Russia e Bielorussia, denominate Zapad-2025 (Ovest-2025), in programma dal 12 al 16 settembre, con la partecipazione di 30mila soldati in totale, che hanno portato la Polonia a chiudere il confine con la Bielorussia già a partire da giovedì scorso. Anche Minsk, storica alleata del Cremlino, in una nota, ha rivelato di aver abbattuto nella notte alcuni droni al di sopra del suo territorio, senza però specificarne la provenienza.
La condanna di Zelensky
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha condannato l’episodio parlando di un «attacco deliberato». Non è la prima volta, secondo il leader ucraino, che uno o due droni russi abbiano lambito i confini della Nato, come già accaduto in Romania alcune settimane fa. «L’Ucraina propone da tempo la creazione di un sistema comune di difesa antiaerea per garantire la distruzione di questi velivoli», ha spiegato Zelensky.
