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Disgelo Usa-Russia al vertice di Riad ma senza Zelensky: furioso il leader ucraino

Americani e russi seduti allo stesso tavolo per mettere la parola fine all’isolamento di Mosca e spianare la strada a un incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin.

Due delegazioni di alto livello si sono incontrate ieri in Arabia Saudita per i negoziati più estesi tra i due Paesi in tre anni, concordando di avviare un processo di pianificazione della fine della guerra in Ucraina e di perseguire una più stretta cooperazione. Marco Rubio da un lato, in qualità di segretario di Stato americano, dall’altro invece il suo veterano omologo russo Sergei Lavrov.

I due avevano già parlato al telefono tre giorni prima. Rubio ha cercato a lungo di porre fine alla guerra in Ucraina e ha votato contro un pacchetto di aiuti militari statunitensi da 6 miliardi di dollari nel 2024. Grande assente il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non invitato al tavolo di Riad, volato invece ad Ankara per colloqui con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

L’ira di Zelensky

Dura la sua condanna su quelli che ha definito i negoziati «sull’Ucraina senza l’Ucraina». Zelensky ha chiesto colloqui «equi» che includano oltre a Kiev, l’Ue, il Regno Unito e la Turchia. Erdogan, da parte sua, ha descritto il suo Paese come «un ospite ideale per possibili negoziati tra Russia, Ucraina e Stati Uniti».
Le parole di risentimento di Zelensky si sono subito trasformate in azioni: la sua missione in Arabia Saudita, che era in programma per oggi, è stata rinviata al dieci marzo. Il leader ucraino è così tornato a Kiev per incontrare l’inviato speciale Usa Keith Kellogg, con la speranza di far valere le sue ragioni.

Un team per la pace

Dopo i colloqui al Palazzo Diriyah a Riad, durati quasi cinque ore, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha affermato che le parti hanno concordato di creare un team di alto livello per i colloqui di pace in Ucraina e per esplorare «opportunità economiche e di investimento che emergeranno da una conclusione positiva del conflitto in Ucraina».

Le dichiarazioni hanno evidenziato un cambiamento radicale nell’approccio di Washington a Mosca, allontanandosi drasticamente dagli sforzi dell’amministrazione Biden volti a isolarla. Nonostante l’accelerazione diplomatica, si sa ancora poco del piano di pace di Trump per l’Ucraina o della volontà della Russia di impegnarsi, e l’incontro di Riad ha offerto pochi nuovi indizi. Rubio si è detto «convinto» che Mosca voglia impegnarsi in un «processo serio» per porre fine alla guerra e ha comunque assicurato che un accordo sull’Ucraina deve essere «accettabile» per tutti. «Deve essere una fine definitiva della guerra, non temporanea, come abbiamo visto in passato. Sappiamo, è solo la realtà delle cose, che ci dovrà essere una discussione sui territori e ci sarà una discussione sulle garanzie di sicurezza», ha detto parlando alla stampa.

Il ruolo dell’Ue

Il capo della diplomazia americana ha assicurato che gli europei – anche loro esclusi dai colloqui di ieri, ma senza i quali una revoca unilaterale delle sanzioni economiche contro la Russia da parte di Washington è difficilmente possibile – si dovranno «sedere al tavolo a un certo punto».

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