«Ancora oggi, la vita di milioni di bambini è segnata dalla povertà, dalla guerra, dalla privazione della scuola, dall’ingiustizia e dallo sfruttamento». Così papa Francesco in Vaticano nel suo discorso d’apertura al Summit Internazionale sui diritti dei bambini.
«Amiamoli e proteggiamoli. I bambini e gli adolescenti dei Paesi più poveri, o lacerati da tragici conflitti, sono costretti ad affrontare prove terribili. Anche il mondo più ricco non è immune da ingiustizie. Là dove, grazie a Dio, non si soffre per la guerra o la fame, esistono tuttavia le periferie difficili, nelle quali i piccoli sono spesso vittime di fragilità e problemi che non possiamo sottovalutare», ha spiegato Bergoglio.
Giunto nella Sala Clementina è stato accolto da una decina di bambini di diverse nazionalità. Il papa ha rivolto alcune parole ai piccoli presenti e ha donato loro delle caramelle. Tante le personalità presenti tra cui il ministro e vicepremier Antonio Tajani, Liliana Segre, Mario Draghi, Paolo Gentiloni, Edith Bruck, Al Gore e la regina Rania di Giordania.
«Non è accettabile ciò che purtroppo negli ultimi tempi abbiamo visto quasi ogni giorno, cioè bambini che muoiono sotto le bombe, sacrificati agli idoli del potere, dell’ideologia, degli interessi nazionalistici”, ha tuonato il Papa che ha poi aggiunto: “In realtà, nulla vale la vita di un bambino. Uccidere i piccoli significa negare il futuro».
Il vicepremier Tajani sui social
«Combattiamo per garantire a tutti educazione scolastica e accesso alle cure necessarie. Lavoriamo per costruire un mondo dove al centro ci siano i bambini e i loro diritti, contro ogni guerra e sfruttamento. Per il futuro dell’umanità». Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sui social.
Il dramma dei migranti
Il Pontefice ha parlato del dramma che vivono i migranti e di come durante i viaggi della speranza siano proprio i bambini le prime vittime. «Molti bambini muoiono da migranti nel mare, nel deserto o nelle tante rotte dei viaggi di disperata speranza. Molti altri soccombono per mancanza di cure o per diversi tipi di sfruttamento. Sono situazioni differenti, ma di fronte alle quali ci poniamo la stessa domanda: come è possibile che la vita di un bambino debba finire così? No. Non è accettabile e dobbiamo resistere all’assuefazione», ha detto Bergoglio.
«L’infanzia negata è un grido silenzioso che denuncia l’iniquità del sistema economico, la criminalità delle guerre, la mancanza di cure mediche e di educazione scolastica. La somma di queste ingiustizie pesa soprattutto sui più piccoli e più deboli. Nell’ambito delle Organizzazioni internazionali viene chiamata “crisi morale globale”, ha detto ancora il Papa.
La schiavitù infantile
Oggi nel mondo c’è «il dramma della schiavitù infantile: circa 160 milioni di bambini sono vittime del lavoro forzato, della tratta, di abusi e sfruttamenti di ogni tipo, inclusi i matrimoni obbligati. Ci sono milioni di bambini migranti, talvolta con le famiglie ma spesso soli: il fenomeno dei minori non accompagnati è sempre più frequente e grave», ha dichiarato ancora il Papa secondo cui “molti altri minori vivono in un limbo per non essere stati registrati alla nascita».
«Si stima che circa centocinquanta milioni di bambini ‘invisibili’ non abbiano esistenza legale. Questo è un ostacolo per accedere all’istruzione o all’assistenza sanitaria, ma soprattutto per loro non c’è protezione della legge e possono essere facilmente maltrattati o venduti come schiavi», ha spiegato il Santo Padre. «Ricordiamo i piccoli Rohinghya, che spesso fanno fatica a farsi registrare, i bambini indocumentados al confine con gli Stati Uniti, prime vittime di quell’esodo della disperazione e della speranza di migliaia che salgono dal Sud verso gli USA, e tanti altri».
«Purtroppo, questa storia di oppressione dei bambini si ripete: se interroghiamo gli anziani, i nonni e le nonne, sulla guerra vissuta quando erano piccoli, emerge dalla loro memoria la tragedia: il buio – tutto è scuro durante la guerra, i colori quasi scompaiono –, gli odori ripugnanti, il freddo, la fame, la sporcizia, la paura, la vita randagia, la perdita dei genitori, della casa, l’abbandono, ogni tipo di violenza. Io sono cresciuto con i racconti della prima guerra mondiale, fatti da mio nonno, e questo mi ha aperto gli occhi e il cuore sull’orrore delle guerre».
«L’aborto recide la fonte della speranza di tutta la società»
L’aborto è una «pratica omicida» che sopprime la vita dei bambini e «recide la fonte della speranza di tutta la società», ha poi detto Bergoglio sottolineando come in un mondo dove esiste la «cultura dello scarto» è importante «ascoltare i bambini» perché loro «osservano, capiscono e ricordano. E con i loro sguardi e i loro silenzi ci parlano».