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Diga al porto di Genova, proroga nelle indagini: dalla Procura europea avvisi per Signorini e Toti

Una svolta per l’inchiesta della Procura europea, l’European Public Prosecutor’s Office, sul monumentale progetto della nuova diga al porto di Genova.

Non era fra le opere da considerare per «un intervento prioritario tale da giustificare il ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara e l’applicazione delle deroghe previste». Dopo le contestazioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sull’appalto, i pesanti ritardi dei lavori, le mareggiate che hanno danneggiato la struttura, ora arrivano gli avvisi di garanzia. La sua ragion di essere, secondo Anac, non era legata agli effetti del Morandi, visto che era stata programmata già nel 2010.

Nelle scorse settimane, ad un gruppo di indagati è stato notificato l’atto di proroga delle indagini. Reati contestati, a vario titolo, sono turbativa d’asta, falso e malversazione, accusa, quest’ultima, che comporta il coinvolgimento non solo di amministratori pubblici ma anche di privati.

A ricevere l’avviso per primo è stato Paolo Emilio Signorini già presidente dell’Autorità portuale di Genova e Savona, Commissario alla diga che bandì la discussa gara poi divenuta una procedura negoziata viziata, secondo Anac da numerose irregolarità amministrative e penali: arrestato il 7 maggio 2024 e ha patteggiato una pena di tre anni e cinque mesi per corruzione così come Aldo Spinelli e Giovanni Toti. Proprio sull’ex presidente della Regione Liguria i finanzieri di Eppo stanno svolgendo approfonditi accertamenti.

L’inchiesta dei pm Andrea Scudieri e Stefano Castellani, della sede Eppo di Torino, coordinati a livello europeo dal rappresentate italiano in Lussemburgo che è Andrea Venegoni, si muove anche sulla base del dossier Anac, che era stato acquisito a suo tempo.

Secondo la notizia riportata su Repubblica, il 28 settembre 2021, Toti in una telefonata intercettata, annunciava ad Aldo Spinelli che a vincere l’appalto da un miliardo e 300 milioni, finanziato dal Piano nazionale investimenti complementare al Pnrr, sarebbero stati Salini (Pietro, ad di Webuild) e Fincantieri, Fincosit e Sidra. Ma la gara per l’aggiudicazione sarebbe stata avviata solo il primo giugno del 2022, mentre il vincitore – il Consorzio Breakwater formato dalle quattro imprese – sarebbe stato proclamato il 12 ottobre.

Dalle intercettazioni riportate su Repubblica

«Sappiamo già anche chi la fa però non te lo… (ride)». «Però c’è la gara e quindi non si può…». E Spinelli: «Speriamo che vincano quelli del ponte non i cinesi perché quelli lì sono in bancarotta». Toti è tranquillo: «Ma si no…Ma no vince vince vince, secondo me vince Salini Fincantieri e Fincosit».

Anac nell’estate del 2023 sottolineò in uno degli atti poi confluiti nella delibera definitiva del marzo 2024, la «singolarità della procedura di affidamento seguita da Autorità Portuale». Dopo l’avviso esplorativo arrivarono due manifestazioni di interesse dei consorzi Eteria e Breakwater- Webuild. All’invito a depositare le offerte, nel giugno 2022, non si presentò nessuno. Le imprese spiegano che la guerra in Ucraina ha fatto lievitare i prezzi. Secondo Anac a quel punto si sarebbe dovuta «indire una nuova procedura con nuovo avviso esplorativo». Invece, l’autorità avviò una «trattativa negoziata» che «potrebbe aver ristretto la concorrenza considerato che i prezzi sono stati rinegoziati con Webuild e Eteria, si rileva il mancato rispetto del principio di par condicio».

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