A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna sotto i riflettori con una maxi consulenza genetica decisa nell’ambito del nuovo incidente probatorio. Al tribunale di Pavia è stato conferito l’incarico ai nuovi periti della polizia scientifica di Milano: la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani. Il loro compito sarà analizzare e comparare le tracce biologiche trovate sotto le unghie della vittima con il DNA di Andrea Sempio, attualmente l’unico indagato, e con altri campioni, compresi quelli delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, e di Marco Panzarasa, amico di Alberto Stasi.

Al centro dell’indagine anche tre impronte sconosciute trovate sui cartoni delle pizze consumate la sera prima del delitto. La Procura ha stabilito 90 giorni per la consegna della consulenza. Resta però il nodo dell’utilizzabilità del DNA ritrovato: nel processo d’appello bis contro Stasi, fu giudicato non idoneo per trarre conclusioni. Un parere ora rimesso in discussione. Il cromosoma Y rilevato nei frammenti, pur se compatibile, non è identificativo in modo univoco e potrebbe non bastare da solo per accusare Sempio.

Gli avvocati della famiglia Poggi ribadiscono fiducia nella verità già accertata, pur non ostacolando le nuove analisi. «Bene che si facciano approfondimenti, ma ci si chiede perché non siano stati fatti prima», ha dichiarato il legale Gian Luigi Tizzoni. Il procedimento si preannuncia lungo, con la possibilità di nuove sorprese e tensioni nelle prossime udienze.