Alberto Stasi potrà passare buona parte della giornata fuori dal carcere: il tribunale di sorveglianza di Milano gli ha concesso la semi libertà. Questa la decisione a 48 ore dall’udienza di mercoledì in cui i legali del 41enne, detenuto a Bollate per il delitto di Garlasco hanno chiesto la misura alternativa. Chiara Poggi è stata uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007: per il delitto l’allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato invia definitiva a 16 anni.
Il caso dell’intervista alle Iene
La Procura generale di Milano si era opposta alla concessione della semilibertà per Stasi per l’intervista rilasciata durante un permesso premio per motivi familiari e senza autorizzazione del magistrato di sorveglianza a Le Iene il 22 marzo e andata in onda il 30 marzo 2025.
La difesa di Stasi, con gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, aveva prodotto un carteggio del direttore del carcere, il dottor Leggieri, in cui si legge che «non si sono rilevate infrazioni alle prescrizioni». La decisione del tribunale di Sorveglianza ha tenuto conto del comportamento carcerario di Stasi, detenuto dal dicembre 2015 con la sentenza definitiva di condanna a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, delle relazioni degli educatori del penitenziario e dell’attività lavorativa svolta all’esterno in regime di articoli 21 e autorizzata dal carcere.
Delitto Garlasco, pm: «Dna prelevato a Marco Poggi e 2 amici non indagati»
Nei giorni scorsi i carabinieri di Milano che indagano sul delitto di Garlasco hanno prelevato «materiale biologico» anche nei confronti del fratello di Chiara Poggi, Marco Poggi e di due amici, M.C. e R.F, che non risultano indagati nella nuova inchiesta per omicidio aperta su Andrea Sempio. È quanto emerge da un’informativa del Nucleo investigativo citata nella memoria depositata oggi al gip di Pavia dalla pm Valentina De Stefano e l’aggiunto Stefano Civardi per ricusare il professor Emiliano Giardina come perito terzo del tribunale nella maxi consulenza genetica sui dna. È dal 20 settembre 2023 che i militari, coordinati dalla Procura di Pavia, indagano su Sempio e hanno acquisito «campioni biologici” su «altri soggetti ritenuti utili ad eventuale attività di comparazione in quanti abituali frequentatori di casa Poggi».