Da domani, 17 giugno, si fa “sul serio” nella nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. Dopo mesi di ricostruzioni mediatiche e di parte, entra in campo la scienza e lo fa, questa volta, nel contraddittorio, cioè alla presenza dei legali dell’indagato, Andrea Sempio, della famiglia Poggi, dei pubblici ministeri e della difesa di Alberto Stasi, condannato a 16 anni.
Sono cinque i punti che possono contribuire a riscrivere la storia dell’omicidio di Chiara Poggi, almeno secondo le attese della Procura di Pavia e degli avvocati di Stasi:
I periti dovranno analizzare i profili genetici trovati sui margini delle unghie di Chiara Poggi, prelevati da De Stefano durante il processo d’appello-bis. Secondo Carlo Previderè, consulente dell’accusa nell’indagine di Pavia, «il dna sulle unghie di Chiara è sovrapponibile con quello di Sempio». De Stefano, che si era occupato della perizia durante la prima indagine, aveva invece sostenuto che il dna non fosse attribuibile a nessuno perchè era “scarso e degradato“.
Tra le impronte analizzate non ci sarà quella su cui si è discusso di più, classificata come numero 33, che è stata attribuita nelle nuove indagini a Sempio e viene considerata uno dei principali indizi a suo carico perché si trova sulla parete delle scale che scendono nella cantina della villetta di via Pascoli, poco sopra il cadavere della vittima.
Sarà invece rivalutata la numero 10 che non è mai stata ricondotta a nessuno nel tentativo di darle un ‘proprietario’, una persona, nelle ipotesi degli inquirenti, che potrebbe avere ‘aiutato’ Sempio nel compiere il crimine.
Punto terzo: «Procedere all’estrazione del Dna da campioni biologici e reperti che non siano mai stati sottoposti ad analisi genetica, già oggetto di analisi ma con esiti dubbi o inconclusivi ancora presenti presso l’Istituto diMedicina Legale dell’Università di Pavia». Un campionario di oggetti che ha dato adito a diverse suggestioni, ora da confermare o smentire, che comprende un frammento del tappetino del bagno della villetta di via Pascoli, le confezioni di té, un vasetto di yogurt, cereali, biscotti e altri sacchetti.
Infine, la richiesta agli esperti è quella di «seguire la comparazione dei profili genetici estrapolati al fine di accertarne l’eventuale corrispondenza o compatibilità coi profili genetici di Andrea Sempi, Alberto Stasi, i membri della famiglia Poggi e altri soggetti che frequentavano abitualmente l’abitazione della vittima individuati come: Mattia Capra Mattia, Roberto Freddi, Alessandro Biasibetti (amici di Sempio, ndr).
Per quanto riguarda i vari e ulteriori reperti, Stefania Cappa e Paola Cappa, nonché per Marco Panzarasa (amico di Stasi, ndr), nonché gli ufficiali dei carabinieri Gennaro Cassese, Marco Pizzamiglio, Giancarlo Sangiuliano e Marco Ballardini, procedendo, ove necessario, al prelievo di campioni biologici utili ai fini della comparazione».