Fronte comune dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea che in queste ore a “Palais d’Egmont” a Bruxelles stanno discutendo la linea politica, strategie economiche ed eventuali contropartite e risposte ai dazi che Donald Trump ha minacciato di imporre all’Europa, dopo quelli ufficializzati per Canada, Messico e Cina.
Sia ben chiaro, entrambe le parti non vogliono iniziare una guerra commerciale, che rischierebbe di danneggiare entrambe oltre ogni guadagno. A Bruxelles sono disposti a mantenere aperta la trattativa ma non sono disposti ad accettare condizioni che vedrebbero dover concedere troppo potere al mercato americano.
“If push comes to the shove” (“Se si dovesse verificare tale situazione“, come direbbero gli americani) l’Europa è disposta ad accettare i dazi, ma non senza rispondere con la stessa moneta. Questa è la linea comune condivisa dai leader europei non solo di Francia e Germania: con loro anche il polacco Tusk che era sempre stato tra i più prudenti verso la Casa Bianca.
Evidentemente ha pesato quali possano essere pro e contro di tale politica e ha scelto di schierarsi a difesa dell’autonomia continentale. Autonomia che passa anche dal volume di affari e dall’autonomia commerciale che l’Europa vuole raggiungere.