Proteggere la sicurezza nazionale e combattere la concorrenza sleale dovuta all’eccesso di produzione estera a basso costo. Questi i motivi per cui da oggi, 4 giugno, sono entrati in vigore i dazi del 50% su acciaio e alluminio imposti dall’amministrazione Trump. «Le nostre industrie saranno più forti che mai», ha detto il Tycoon.
Una decisione che ha sollevato reazioni critiche di tutta la comunità internazionale. L’Europa l’ha definita una mossa un ostacolo agli sforzi diplomatici in corso, invece il Canada ha già presentato un reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio. L’OCSE, nel suo ultimo rapporto, ha lanciato un allarme: le incertezze politiche e le barriere commerciali minacciano investimenti e crescita globale.
Il Regno Unito, grazie a un accordo siglato l’8 maggio, è stato momentaneamente escluso dall’aumento, mantenendo i dazi al 25%. Tuttavia, l’accordo non è ancora operativo e le aziende britanniche rischiano rincari a partire dal 9 luglio 2025 se non saranno rispettati gli impegni del patto. Il governo Starmer punta ad attuarlo «il prima possibile» per proteggere imprese e posti di lavoro. Intanto, le tensioni con la Cina restano alte. «Mi piace Xi, ma è molto duro», ha scritto Trump su Truth.