Sospensione immediata e per tre mesi dei dazi nei confronti di tutti i Paesi che hanno mostrato la loro disponibilità a negoziare. L’annuncio di Donald Trump, apparso come un vero e proprio dietro front, ha sortito immediatamente i suoi effetti sulla borsa di New York che ha ripreso a risalire dopo giorni altalenanti. Il presidente sembra aver ceduto alle crescenti pressioni dei ceo di Wall Street e della Silicon Valley, dei suoi donatori e di molti repubblicani, nonché al crollo dei mercati finanziari. Aggravato dall’allarme sui bond americani, che aveva sollevato l’interrogativo se restassero ancora un paradiso sicuro. I 90 giorni consentiranno di trattare senza che i dazi mandino in tilt i mercati, anche se continua a pesare lo scontro tra le due maggiori economie mondiali: gli Usa e la Cina.
La risposta dell’Ue
Ventisei alzate di mano, ventuno miliardi di euro e una promessa: potrebbe non finire qui. L’Europa, intanto, è passata ai fatti e ha approvato i controdazi per rispondere alle tariffe di Donald Trump su acciaio e alluminio. Scatteranno in tre tranche, la prima sarà il 15 aprile. Ma per l’Europa non hanno rappresentato una chiusura ai negoziati, bensì una posizione strategica con cui sedersi al tavolo con gli americani. «Siamo pronti a sospenderli se ci sarà una intesa equa», ha sottolineato la Commissione. Ed è una mossa che, si ragiona in ambienti europei, ora potrebbe aver seguito concreto. Lo stop di 90 giorni ai dazi deciso da Trump costituisce, per Bruxelles, quel “reale impegno” che finora era mancato. Restare a braccia conserte, mentre Oltreoceano il presidente americano ancora nelle scorse ore irrideva i potenziali negoziatori, era troppo anche per Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione tuttavia, non ha abbondato la strategia delle più fasi. Ha dato il via libera a delle contromisure che rispondono all’offensiva commerciale di Trump su acciaio e alluminio (risalente a marzo).
La decisione
L’ennesimo coup de theatre di Trump, con lo stop ai dazi reciproci varati anche contro l’Ue, non ha riguardato quindi, le tariffe settoriali precedentemente varate dalla Casa Bianca. Per questo, da Bruxelles, si predica calma, senza inseguire i colpi di scena che si registrano alla Casa Bianza. Anche perché, dei quattro allegati che compongono la lista dei dazi europei solo il primo elenco sarà operativo il 15 aprile. Il secondo e il terzo allegato saranno effettivi il 16 maggio, il quarto il primo dicembre. Tradotto: con una mano tesa da Washington, la scaletta delle tariffe potrebbe essere dilazionata o sospesa. E, in ogni caso, la somma totale delle contromisure approvate non è ciclopica: in totale sono quasi 21 miliardi. La Commissione ha quindi seguito la strategia pensata alcuni giorni fa, approvando come previsto la sua prima risposta concreta a Trump. I controdazi ai prodotti Usa sono stati votati secondo la procedura della Comitatologia, che prevede la partecipazione di rappresentanti tecnici dei 27. Il voto, però, era più che mai politico.