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Da Liz Taylor a Dvora, i look della Prima alla Scala

La gara di eleganza è scattata da pochi giorni, quando le signore delle grandi famiglie milanesi, star e dive dello star system si sono affrontate a colpi di abiti da gran sera, scollature, acconciature elaborate, gioielli e pellicce per guadagnarsi la palma di 'meglio vestita' alla Prima alla Scala. Regola aurea: sorprendere senza esagerare. E…

La gara di eleganza è scattata da pochi giorni, quando le signore delle grandi famiglie milanesi, star e dive dello star system si sono affrontate a colpi di abiti da gran sera, scollature, acconciature elaborate, gioielli e pellicce per guadagnarsi la palma di ‘meglio vestita’ alla Prima alla Scala. Regola aurea: sorprendere senza esagerare. E soprattutto dimenticare il detto “less is more”. In oltre 70 anni di 7 dicembre, che quest’anno ha aperto la stagione scaligera con il ‘Don Carlo’ di Giuseppe Verdi e un cast stellare di cantanti, capitanati dalla russa Anna Netrebko, di passi falsi e look sensazionali se ne sono visti parecchi. E se c’è chi preferisce essere chic con garbo, come le sorelle Lavinia e Beatrice Borromeo, sempre senza sbavature, c’è chi preferisce rompere la tradizione e presentarsi con mise decisamente sopra le righe.

Indimenticabile il look “natalizio” sfoggiato da Daniela Santanchè, che nel 2015 viene bersagliata dai fotografi (e dai social) grazie al suo total green: gonna in raso, camicia, pellicciotto e papillon. Per certi versi un successo. E lo stesso può dirsi della filantropa canadese Sylvia Mantella, che nel 2018, alla prima di “Attila”, spiazza tutti con il suo scenografico abito locandina firmato Dolce&Gabbana. Del resto, il foyer del Piermarini di eccessi e sobrietà ne ha visti sfilare parecchi nel corso del tempo. E se negli anni ’50 a dettare stile sono le decane dell’alta sartoria italiana come Gigliola Curiel, che con le sue stoffe veste tutta la Milano bene, lo stesso può dirsi di Biki, al secolo Elvira Leonardi Bouyeur che contribuisce a rendere Maria Callas una diva glamour.

Alla Scala pellicce e gioielli non sono mai mancati. Anzi, per anni sono andati a braccetto. Che dire di Liz Taylor e Richard Burton? Correva l’anno 1972. Lei, indimenticabile in total white con turbante, pelliccia di volpe bianca e una cascata di perle. Lui magnetico ma senza effetti speciali con giacca e lupetto in maglia. Carla Fracci, invece, ha sempre optato per il rigore del bianco vaniglia ma negli anni ’60 non ha mai disegnato abitini con volant e scollo a barchetta. Ai piedi, neanche a dirlo, delle ballerine della stessa tinta. E poi Renata Tebaldi, grande rivale di Maria Callas, che con le sue pellicce al polpaccio e invidiabili spille gioiello appuntate sul tailleur ha fatto scorrere fiumi di inchiostro.

Per gli eccessi si devono però mettere in soffitta guanti lunghi di raso e crinoline e fare un tuffo negli anni ’90. E’ il 1998 quando a far vibrare i taccuini dei cronisti è l’indimenticabile blitz di Marina Ripa di Meana, che si presenta davanti al teatro col seno al vento e la scritta blu di vernice: ‘No Fur’. Tra le habitué di quegli anni spicca anche Valeria Marini, che ancora oggi per la prima non disdegna abiti a sirena, nude look, gioielli e fiumi di pizzo. Ma kimono, strascichi, tripudi di pizzo e di nero e smoking d’ordinanza (per lui) al Piermarini non sono mai mancati. Come nel 2016, quando alla prima di ‘Madama Butterfly’, gli invitati fanno a gara a colpi di mise eccentriche. Alcune decisamente vistose, come il lungo mantello rosso indossato da Alfonso Signorini sopra lo smoking, che rubò la scena a signore impellicciate e fasciate in abiti da sera. Nel foyer nessuna mise poteva reggere il paragone.

E che dire dell’abito fatto di mille lucine led indossato nel 2019 dal medico chirurgo estetico Dvora Ancona? C’è chi ancora lo ricorda. E se è vero che l’anno scorso a trionfare tra velluto e strascichi, è stata la sobrietà, soprattutto tra le istituzioni, con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in abito blu con corpetto di paillettes e filo di perle, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arrivata assieme all’ex compagno Andrea Giambruno, in una lunga cappa blu di velluto e abito en pendant firmato Giorgio Armani.

Tra i look più eleganti di sempre una menzione speciale la meritano Roberto Bolle in smoking total black firmato Dolce&Gabbana, ma anche, negli anni, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, impeccabile in smoking, Diana Bracco, spesso con perle e in Valentino, e Rocio Munoz Morales, elegante e raffinata lo scorso anno in un abito firmato Armani Privé. “Eleganza è eliminazione” come sentenziava il couturier Cristóbal Balenciaga. E chissà se quest’anno tutti gli invitati terranno a mente questa regola aurea.

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