Aprire in prima commissione del Consiglio superiore della magistratura «una pratica finalizzata all’avvio di una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale e funzionale nei confronti del procuratore di Roma Francesco Lo Voi e allo stesso tempo trasmettere gli atti alla Procura generale della Cassazione per la valutazione di eventuali illeciti disciplinari», è quanto chiedono i consiglieri laici di centrodestra al Comitato di presidenza del Csm.
La richiesta è conseguente al caso del documento dell’Aisi (i servizi segreti interni) su Gaetano Caputi, capo di Gabinetto della premier Giorgia Meloni, trasmesso alla procura di Roma e pubblicato nei giorni scorsi da un quotidiano e segue un’altra iniziativa, questa volta sul caso del mancato arresto del trafficante libico Almasri, che ha portato Lo Voi a iscrivere nel registro degli indagati la stessa presidente del Consiglio e i ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e dell’Interno, Matteo Piantedosi, insieme al sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano, dopo un esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti.
Le accuse
Secondo i consiglieri del Csm Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Enrico Aimi e Felice Giuffrè, la vicenda Caputi ha «seriamente compromesso i rapporti istituzionali tra la Procura di Roma e le Agenzie dell’intelligence».
Pronta la replica della corrente più orientata a sinistra dei giudici, Magistratura democratica, che con la sua presidente, Silvia Albano, afferma: «si è scatenato l’inferno nei suoi confronti – riferendosi a Lo Voi – in quella che ormai è una prassi secondo la quale quando c’è un giudice che emette un provvedimento sgradito, che sia nazionale o che sia della Corte penale internazionale, non si critica il provvedimento, ma si demolisce la persona del giudice».
L’esposto
Iniziativa, quella dei laici del Csm, che segue l’esposto alla Procura di Perugia, competente per territorio sui magistrati in servizio a Roma, proprio contro Lo Voi da parte del direttore del Dis, Vittorio Rizzi, che coordina i servizi interni ed esteri, scelto dal governo attuale in sostituzione della dimissionaria Elisabetta Belloni.
Un atto ritenuto da molti, tra cui il leader di Italia viva, Matteo Renzi, «una caccia all’uomo che distrugge le Istituzioni». Mentre la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga rileva come ci sia «un conflitto con la magistratura senza precedenti, una crisi imminente con fondamentali istituzioni internazionali – la Corte penale internazionale – casi di spionaggio e conflitti tra i Servizi».