«Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti per l’Ucraina, l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri». Con queste parole, pubblicate su Telegram, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha commentato il crollo parziale della Torre dei Conti ai Fori Imperiali, provocando un’immediata bufera diplomatica.
La Farnesina ha definito le dichiarazioni «parole squallide e preoccupanti», annunciando la convocazione dell’ambasciatore russo Alexey Paramonov per un richiamo formale. «Confermano l’abisso di volgarità in cui è piombata la dirigenza di Mosca», affermano fonti del ministero, sottolineando che l’Italia «non speculerà mai su una tragedia» e che continuerà «a mostrare solidarietà e civiltà, sostenendo chi è in difficoltà e il popolo ucraino».
Dura la reazione del mondo politico. Chiara Braga (Pd) parla di «parole inaccettabili e volgari» e chiede al governo «una risposta ferma». Sulla stessa linea Riccardo Magi (+Europa), che definisce «agghiacciante» l’atteggiamento di Mosca, e Carlo Calenda (Azione), che attacca: «Zakharova è feccia, la Russia è guidata da farabutti».
Mariastella Gelmini (Noi Moderati) ribadisce che «le provocazioni russe non scalfiranno l’impegno dell’Italia per l’Ucraina», mentre Angelo Bonelli (Avs) parla di «parole indegne» e invita il governo Meloni a reagire con fermezza.
La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno denuncia «un attacco da manuale della propaganda del Cremlino», accusando la Russia di «strumentalizzare il dolore e il patrimonio storico di Roma per diffondere disinformazione». L’Italia, assicurano le istituzioni, «non si farà intimidire» e resterà «dalla parte della libertà e dell’Ucraina».









