Dalla crisi in Ucraina e dalle sanzioni decise dall’Ue «l’impatto sull’economia europea è rilevante». Lo ha detto il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni in audizione alle commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue alla Camera. «Non siamo in grado di quantificarlo in modo serio e attendibile» segnala Gentiloni, ricordando la stima di un 1,4 per cento di flessione di crescita stimata dall’Ocse con una perdita di «più di un terzo della crescita» che avevano previsto.
Quanto al capitolo delle sanzioni alla Russia, Gentiloni precisa che «il percorso non è chiuso. Dal punto di vista della Commissione europea vale il principio che nulla è fuori dal tavolo per principio – prosegue – Ma dobbiamo modulare le sanzioni tenendo conto che si tratta di utilizzare metodi che danneggiano l’economia russa più di quanto non possano danneggiare l’economia europea».
Il commissario ha anche annunciato che «la Commissione pubblicherà la prossima settimana il nuovo schema temporaneo di deroga agli aiuti di Stato che come avvenuto nel caso della pandemia consentirà di sostenere con la finanza pubblica le imprese più esposte perché hanno attività molto collegate alla Russia e all’Ucraina» o perché «sono imprese energivore» o «risentono in modo particolare di dell’aumento dei prezzi di alcuni di alcune commodity». Si tratterà di uno schema di deroga alle regole sugli aiuti di Stato «ovviamente più limitato di quello per la pandemia e mirato alle imprese particolarmente colpite». Il messaggio che deve venire dalla Commissione europea e dai governi, dice Gentiloni, è un messaggio che «non dà assolutamente per scontata una prospettiva di stagnazione e quindi di riduzione totale di quella prospettiva di crescita che si delineava fino all’inizio di quest’anno».
Conclude il commissario: «L’Ue dipende dal commercio con la Russia intorno al 4,5-5 per cento, mentre la Russia dipende per oltre il 25 per cento. Sono dimensioni incomparabili, e l’economia russa ha dimensioni inferiori a quella italiana, che vale il 12-14 per cento dell’economia Ue. Da noi l’impatto – della crisi e delle sanzioni – sarà più limitato, ma certamente è compito dei governi proteggere le fasce sociali più deboli e sostenere le imprese più esposte. L’impatto sui prezzi non è molto diverso da Paese a Paese».