«Abbiamo raggiunto il quorum, è la vittoria di chi ha deciso di decidere». Il presidente del M5s Conte tira il fiato, sorride, esulta dal Palazzo dei Congressi di Roma, dove va in scena “Nova”, la kermesse che chiude l’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle.
Il quorum
La soddisfazione c’è perché il raggiungimento del quorum consente di validare le votazioni sui quesiti statutari. E tra questi ci sono quelli sul garante, sul simbolo, e sul limite dei mandati. Ma è proprio sul voto che va in scena lo scontro, dopo giorni di polemiche. Conte ha appena cominciato con i suoi saluti iniziali, quando in sala piombano una ventina di contestatori. Gridano «trasparenza», mettendo in discussione la democraticità della Costituente. Intonano il coro «dimissioni», rivolto al presidente, e lanciano volantini.
La contestazione
Il leader, però, resta calmo . «Se ci sono 90 mila persone che discutono, ci possono essere anche persone che la pensano diversamente, siamo aperti al dissenso», taglia corto l’ex premier. É l’unico momento di alta tensione della prima giornata di kermesse, che si chiuderà domenica pomeriggio con la comunicazione dei risultati del voto. Il ristretto gruppo di contestatori attira l’attenzione delle telecamere, alcuni parlamentari M5s accorrono per contrastarli verbalmente. «Siete come il Pd, due mandati e a casa», gridano i “Figli delle stelle”, il gruppo di iscritti protagonisti del flash mob. Il gruppo arriva a Roma per continuare la campagna per l’astensione, già in corso da settimane per sabotare il quorum e delegittimare l’intera Costituente.
L’assenza di Grillo
Beppe Grillo non si presenta. È il fantasma del Palazzo dei Congressi. Ma compare sulle magliette che indossano i contestatori, accanto al volto di Gianroberto Casaleggio. Tra chi protesta, c’è l’ex parlamentare del M5s Marco Bella. «Quale partito – commenta – cancella 70 mila iscritti per vincere una votazione interna? Questa non è democrazia». «Non ci ha mandato Grillo, – spiega uno dei contestatori – non siamo né per lui né per Conte«. Ma dal vertice del Movimento, arriva il commento al vetriolo. «Le contestazioni sono dei supporter di Grillo, – è il ragionamento – ma non ci scomponiamo. In un luogo di confronto c’è chi è venuto solo per disturbare e poi andare via. Atteggiamento agli antipodi per chi si professa del M5s».
L’invito all’astensione
Ed è lo stesso Conte, nel suo intervento, a replicare all’invito all’astensione giunto dalle fila grilline. «Invitare a non votare o mettersi contro un processo di confronto è una contraddizione», taglia corto, attaccando l’astensionismo. La polemica non si accende solo tra palco e platea. Con qualche fischio che si abbatte anche su Enrico Mentana, quando parla di Mario Draghi. Ci pensa Davide Casaleggio ad alzare i toni, in un’intervista. »La Costituente è finta, non c’è democrazia, è l’eclissi finale del Movimento», è la sua riflessione.