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Corte Costituzionale, Sisto senza ermellino: Forza Italia decide di puntare su Terracciano

C’è un nome che Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha in mente da far eleggere giudice alla Corte Costituzionale e che potrebbe trovare il gradimento sia di Palazzo Chigi che del partito azzurro, per uscire dallo stallo, che dura da settimane, sulla nomina di quattro giudici della Suprema corte, conseguente alla scadenza del mandato dell’ex presidente, Augusto Barbera, e di altri tre ermellini.

La proposta

Il vicepremier e ministro degli esteri ha pensato a Gennaro Terracciano, avvocato e prorettore dell’Università Roma 4 del Foro Italico, con un cursus honorum in enti e società pubbliche e soprattutto con buone relazioni nel mondo istituzionale romano.

Infatti, secondo quanto filtra intorno a Palazzo Chigi, l’eventuale elezione da parte del Parlamento in seduta comune sarebbe gradita in particolare a Gaetano Caputi, amico di Terracciano e capo di gabinetto della presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che potrebbe aver avuto un ruolo nella scelta del legale.

Le perplessità

Motivo per cui dentro Forza Italia le perplessità non mancano, ma il tempo stringe e all’accordo, anche con l’opposizione a cui spetta un giudice, manca solo il nome in quota berluscones. Infatti, Fratelli d’Italia ha scelto da tempo Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della premier, mentre il Partito democratico punta sul costituzionalista Massimo Luciani. L’altro nome non ancora svelatosi punta a un profilo femminile. Insomma, sarà una nomina in rosa.

Tuttavia, dentro il partito c’è ancora chi vorrebbe il vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, o il senatore Pierantonio Zanettin, gradito al ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Frattin, ma i due hanno trovato la ferma opposizione della premier che ha imposto di non indicare parlamentari: men che meno senatori come sono i due esponenti di Forza Italia. In particolare, proprio Sisto: il vice di Carlo Nordio è stato eletto nel collegio uninominale di Andria e quindi in caso di dimissioni, obbligatorie se si viene eletti giudici costituzionali, si dovrebbero svolgere le cosiddette elezioni suppletive dall’esito quanto mai incerto.

Così, la prossima data potrebbe essere indicata già dopodomani, martedì 4 febbraio, visto che sono in programma le conferenze dei capigruppo a Montecitorio e Palazzo Madama che dovranno, tra gli altri accapi, calendarizzare la seduta comune per scegliere i nuovi membri della Consulta e a quel punto sarebbe grave per tutto il Governo dover nuovamente rinviare la composizione del plenum della Suprema Corte soprattutto se questo spostamento avvenga per mancati accordi politici.

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