L’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso, è stato arrestato con l’accusa di corruzione, riciclaggio e falsa fatturazione nell’ambito di un’indagine della Guardia di finanza nata nel 2021 a seguito di un esposto relativo all’uso di alcuni terreni della periferia del capolugo veneto. Oltre a Boraso, in carcere è finito un imprenditore edile, Fabrizio Ormenese; ai domiciliari figurano funzionari comunali e di partecipate pubbliche, tra cui l’azienda dei trasporti comunale Actv. Per altri sei indagati è stata disposta l’interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici.
In tutto gli indagati sono 18, e vi figurano anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il direttore generale dell’Actv, Giovanni Seno, e il responsabile del settore appalti, Fabio Cacco.
Secondo quanto riferito dal procuratore capo Bruno Cherchi, dopo la segnalazione le indagini sono scattate nel 2022, mentre l’attività delittuosa sarebbe proseguita fino ad oggi nonostante Boraso fosse venuto a conoscenza degli accertamenti in corso.
«Abbiamo iniziato con le intercettazioni – ha detto Cherchi – per poi passare ai riscontri documentali grazie all’attività della Guardia di finanza, alla quale è stata affidata l’indagine. Stamane con ordinanza del gip abbiamo dato il via alle misure cautelari e alle perquisizioni in abitazioni ed uffici perché eravamo a conoscenza, attraverso le intercettazioni, che Boraso stava distruggendo i documenti».
Il capo della Procura lagunare ha poi specificato che Boraso «si era messo a disposizione, da assessore ma con le sue svariate società, per attività che nulla avevano a che fare con la pubblica amministrazione, facendosi pagare con fatture per prestazioni inesistenti in modo ripetuto; interveniva su appalti e servizi e modificando piani comunali a favore di diversi imprenditori, che poi lo pagavano».
Nel corso dell’operazione di stamane sono stati impegnati 200 militari della Gdf e sono stati sequestrati preventivamente e per equivalente oltre 2 milioni di euro alle società di Boraso e alle imprese coinvolte.
«Sono esterrefatto! In cuor mio ed in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l’incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici», afferma in una una nota il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, «a seguito – spiega – della ricezione di un avviso di garanzia».