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Contratto sessuale tra Gualandi e la vigile uccisa. La rivelazione della pm e i momenti dello sparo

Il 18 maggio 2023, Giampiero Gualandi e Sofia Stefani avrebbero «firmato un contratto di sottomissione sessuale dai contenuti degradanti». A rivelarlo, durante il processo a carico dell’ex comandante 63enne della polizia locale di Anzola, accusato dell’omicidio della giovane collega 33enne, la procuratrice aggiunta Lucia Russo. Nel contratto, ha riferito in aula, «Gualandi si autodefiniva padrone, colui che tutto può sulla sua schiava“.

A citare tale contratto, anche l’avvocato dei familiari della vittima Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per la famiglia Stefani, che ha riportato un passaggio in cui si legge: «Io signore e padrone mi impegno a dominare l’anima della mia sottomessa»

«Ad un certo punto sentimmo un tonfo. Ci guardammo, il tempo di guardarci e di dirigerci verso il corridoio e Gualandi uscì dal suo ufficio col cellulare in mano, era al telefono con il 118 e mi disse di chiamare il 112.

Io mi affacciai e vidi la Stefani a terra nell’ufficio, e chiesi a Gualandi cosa dovevo dire. Lui mi disse: “Dì che è partito un colpo“. E io chiamai i carabinieri col mio cellulare e dissi così». È il racconto di quello che successe il pomeriggio del 16 maggio 2024 nel comando della polizia locale di Anzola Emilia (Bologna) fatto da Michele Zampino, impiegato amministrativo, una delle due persone presenti oltre all’imputato, l’ex comandante Giampiero Gualandi e alla vittimaSofia Stefani.

L’altra persona era la sovrintendente della polizia locale Catia Bucci. Zampino ha riferito quello che ricorda testimoniando davanti alla Corte di assise di Bologna, nel processo per l’omicidio della vigilessa 33enne, uccisa da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi e sparato mentre i due si trovavano chiusi nell’ufficio di lui.

In mattinata è stata sentita anche Bucci ed entrambi i testimoni hanno riferito di non essere al corrente della relazione sentimentale tra Gualandi e Stefani, ma Bucci ha spiegato che spesso la donna veniva nell’ufficio a incontrare Gualandi: «Una o due volte alla settimana era lì. Pensavamo che lui come sindacalista stesse aiutando lei, che era stata licenziata», ha aggiunto la testimone. Bucci ha detto anche che il 16 maggio 2024 si accorse della presenza di Stefani quando uscì dal bagno e sentì la voce di lei nell’ufficio.

«Sentii una voce femminile, riconobbi la voce. Aveva un tono normale, non sentii grida». Da quando uscì dal bagno a quando si udì lo sparo passarono circa due minuti, ha spiegato. La testimone ha detto anche di aver sentito, in precedenza quel giorno, “armeggiare nell’armeria” e che l’unico che poteva essere stato a farlo era Gualandi. Anche qualche giorno prima lo stesso Gualandi aveva preso la pistola dall’armeria, dicendo che doveva pulirla.

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