Mosca si prepara ai colloqui di Riad di lunedì con gli americani «con spirito costruttivo e combattivo» e dice di aspettarsi «qualche progresso», mentre nella stessa capitale saudita si vedranno i negoziatori statunitensi e quelli ucraini per sessione separate. Grigory Kasarin, ex diplomatico che presiede la commissione Esteri del Consiglio della Federazione e una delle due personalità che guiderà la delegazione russa a Riad, intervistato dalla tv Zvedza si è detto speranzoso.
Che lo spirito sia “combattivo” lo sottolineano alcuni analisti a Mosca, secondo i quali «non emergono differenze significative sulla posizione massimalista russa finora espressa al più alto livello sul dossier ucraino». La cerchia vicina al leader del Cremlino «è effettivamente convinta di avere il coltello dalla parte del manico e questo per due ragioni: la situazione sul campo e lo sdoganamento di Putin da parte di Trump».
La posizione della Russia
«Putin è entrato in Ucraina pensando che sarebbe stata un’operazione facile e veloce. Tre anni dopo, controlla il 20% dell’Ucraina, ma a un costo terribile, terribile. In sostanza, i russi stanno perdendo. Il fatto è che gli ucraini stanno perdendo più velocemente», commenta con la Cnn Mark Galeotti, storico britannico grande esperto di Russia.
Rapporti bilaterali
Stando quanto affermato dagli osservatori a Mosca ad Adnkronos, c’è un altro punto chiave dei colloqui di Riad ed è l’importanza che russi e americani danno entrambi al rilancio dei rapporti bilaterali, tema per ora prevalente sul resto. La premessa di tutto, però, deve essere una: per capire quello che Putin vuole dai colloqui con gli Stati Uniti, è fondamentale ricordare che le due parti si stanno parlando perché è stata Washington a compiere un’inversione a U della sua politica verso la Russia e non perché a Mosca sia cambiato qualcosa.