Commissione Ue, Fitto al test decisivo: sfida in vista tra Fratelli d’Italia e M5s

Prendono il via domani a Bruxelles le audizioni dei commissari designati davanti ai membri del Parlamento europeo. Ognuno dei 26 esponenti indicati da ogni Governo degli Stati membri dell’Unione europea dovrà presentarsi nelle commissioni parlamentari di riferimento. Il primo ad essere sottoposto a domande anche insidiose sui maggiori dossier del proprio dicastero è l’uscente Maroš Šefčovič, indicato dal governo slovacco e designato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen alla guida del commercio e della sicurezza economica. L’esponente scelto da Bratislava parteciperà a un’audizione organizzata dalle commissioni per il commercio internazionale e per gli affari costituzionali. Sempre nella giornata di domani toccherà poi ai commissari scelti da Malta, Grecia e Lussemburgo. Raffaele Fitto, invece, dovrà aspettare una settimana, visto che il suo “interrogatorio” è calendarizzato per martedì 12 novembre, ultimo giorno delle convocazioni. Il vicepresidente esecutivo scelto per la Coesione e le Riforme, parteciperà a un’audizione organizzata dalla Commissione per lo sviluppo regionale.

Lo scontro in vista

Ed è proprio all’interno della Regi che ci potrebbe essere uno scontro al calor bianco tutto di matrice pugliese. Infatti, nella Commissione per gli affari regionali e la coesione siedono sia l’eurparlamentare Francesco Ventola, esponente di Fratelli d’Italia e vicinissimo a Fitto, sia Valentina Palmisano, eurodeputata del Movimento 5 Stelle che da tempo ha detto di essere contraria alla nomina del ministro italiano. «Ascolterò con grandissima attenzione tutto quello che avrà da dire e spero ci possano essere sorprese, che però al momento non vedo. Per ora non riteniamo assolutamente adeguato il nome di Fitto», ha dichiarato Palmisano nelle scorse settimane. Una contrarietà che Palmisano vorrebbe anche da parte degli eurodeputati del Pd: «Non capisco come i socialisti, e soprattutto i dem, possano sopportare di dare il loro voto a una persona spalleggiata da personaggi come Salvini, Le Pen o Orbán. Soprattutto – aggiunge Palmisano – mi sorprende il favore espresso da Antonio Decaro che pur apprezzo molto sia per il suo lavoro come sindaco di Bari che come politico». Spetterà quindi soprattutto a Ventola impedire che il fronte del no a Fitto, composto, oltre che dai pentastellati, dagli esponenti di sinistra e verdi, possa tracimare verso il Partito socialista europeo e far sì che a sostenere il ministro italiano non sia soltanto la “maggioranza venezuelana”.

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