Nelle ultime ore sono emersi altri dettagli sull’omicidio di Alessandro Coatti, il biologo italiano il cui corpo, che è stato fatto a pezzi, è stato ritrovato il 6 aprile a Santa Marta, in Colombia. Stando a quanto riportano i media locali, l’ipotesi più accreditata è che si tratti di una rapina finita male e che il ricercatore sia stato adescato su una app di incontri da un’organizzazione criminale dedita a contattare gli stranieri, drogarli e poi derubarli.
Almeno quattro persone, che avrebbero preso parte al crimine, sono state identificate dalle autorità. L’obiettivo della banda, stando a quanto ricostruito, era derubare il biologo al quale sarebbe poi stata somministrata una sostanza. L’episodio è terminato con l’omicidio e il corpo è stato poi fatto a pezzi e conservato in borse e valigie per sviare le indagini (e non un messaggio di stampo mafioso, inoltre una fonte giudiziaria ha confermato che il biologo italiano non avesse legami con il traffico di droga).
Secondo la perizia medico legale, Coatti avrebbe riportato un trauma causato da oggetti contundenti, ma il corpo sarebbe stato smembrato quando era già morto. Le forze dell’ordine hanno effettuato quattro perquisizioni nella casa abbandonata nel quartiere San Jose del Pando di Santa Marta dove si sarebbe svolto il delitto e recuperato tre cellulari collegati al caso. Inoltre, si ritiene che il telefono di Coatti sia in possesso di una donna.