Durato poco più di un’ora, si è concluso a Istanbul il secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina. Al centro delle discussioni: un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, uno scambio di prigionieri e un possibile incontro tra Zelensky e Putin. Kiev ha riferito che Mosca ha rifiutato la tregua proposta, giudicata essenziale per avviare un negoziato di pace.
Nonostante lo stallo sul fronte della tregua, un primo risultato è stato raggiunto. L’accordo per uno scambio di prigionieri, in particolare giovani militari feriti e malati, oltre alla restituzione reciproca di seimila salme. Il ministro ucraino Umerov, capo della delegazione, ha ribadito che solo un vertice tra i due leader può sbloccare realmente il conflitto.
Zelensky, da Vilnius, ha rilanciato l’appello al sostegno internazionale. «Se Putin decide chi entra nella NATO, l’appetito russo crescerà». Ha poi chiesto sanzioni più dure, soprattutto sul petrolio. «È importante limitare seriamente il commercio di petrolio della Russia e il suo utilizzo di petroliere. Dobbiamo lavorare a sanzioni congiunte a livello G7, inclusi gli Stati Uniti e tutti coloro nel mondo che vogliono la pace. È molto, molto importante che ciascuno dei nostri partner sostenga esattamente questo approccio»
Ad Ankara il portavoce del Ministero degli Esteri turco, Oncu Keceli, ha definito i colloqui «non fallimentari» e si è detto fiducioso su un possibile terzo incontro a fine mese. Intanto Kiev ha consegnato alla Russia una lista di bambini da rimpatriare. Un piccolo segnale, forse, verso una pace ancora lontana.