È stato raggiunto nel corso della riunione della Cop29 l’accordo sul Baku finance goal (Bfg), un nuovo impegno a incanalare 1,3 trilioni di dollari di finanziamenti per il clima verso i paesi in via di sviluppo ogni anno.
Il Baku finance goal contiene un obiettivo fondamentale per i paesi sviluppati di assumere la guida nella mobilitazione di almeno 300 miliardi di dollari all’anno per i paesi in via di sviluppo entro il 2035. Ciò rappresenta un aumento di 50 miliardi rispetto alla precedente bozza di testo ed è il prodotto di 48 ore di intensa diplomazia da parte della presidenza della Cop29. Presta particolare attenzione al supporto dei paesi meno sviluppati e dei piccoli stati insulari in via di sviluppo, con disposizioni su accessibilità e trasparenza.
La presidenza della Cop29 è anche riuscita a far funzionare il Fondo per le perdite e i danni e a renderlo pronto a distribuire denaro nel 2025. Questa decisione era attesa da tempo dai paesi in via di sviluppo, tra cui i piccoli stati insulari, i paesi meno sviluppati e le nazioni africane.
Per il presidente della Cop29, Mukhtar Babayev, «con questa svolta il Baku finance goal trasformerà miliardi in trilioni nel prossimo decennio. Abbiamo garantito una triplicazione dell’obiettivo fondamentale di finanziamento del clima per i paesi in via di sviluppo ogni anno. Rappresenta il miglior accordo possibile che potessimo raggiungere e abbiamo spinto i paesi donatori il più lontano possibile».
Pichetto Fratin: «L’Italia ha portato la sua strategia»
A evidenziare il ruolo dell’Italia nel raggiungimento dell’accordo alla Cop29 è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
«Nel negoziato condotto dall’Unione europea a nome dei 27 – afferma -, l’Italia ha portato la sua strategia per una finanza climatica più efficace che rifletta i nuovi equilibri globali con alcuni obiettivi specifici: allargare la base dei contributori con un ruolo maggiore dei paesi sin qui non considerati donatori; contabilizzare i contributi delle banche multilaterali di sviluppo; incoraggiare le iniziative filantropiche; favorire meccanismi che, partendo dai contributi degli stati, spingano i grandi investitori a finanziare progetti per una decarbonizzazione come motore di sviluppo nei Paesi più vulnerabili. Con una semplificazione potremmo dire che abbiamo portato lo spirito del Piano Mattei nel dibattito della Cop29».