La linea è quella della continuità: niente proteste sterili, rifiuto dell’antagonismo ideologico, apertura di nuovi spazi di dialogo, proprio come sostenuto da quel Luigi Sbarra di cui ora raccoglie il testimone alla guida della Cisl. E identiche sono le priorità: cancellare le morti sul lavoro, favorire l’inclusione di donne e giovani, investire sulle competenze. Senza dimenticare, ovviamente, il rilancio dell’industria, la ricerca di soluzioni alle tante vertenze in atto e l’altolà al salario minimo. Daniela Fumarola, 58enne tarantina, si presenta così dopo essere stata eletta segretaria generale della Cisl, con 188 voti su 191, dal Consiglio generale confederale riunito a Roma.
Il patto tra riformisti
Fumarola spinge innanzitutto per un grande accordo tra riformisti. E lo fa in una data significativa, cioè a due giorni dalla ricorrenza del patto di San Valentino del 14 febbraio 1984, data in cui un accordo separato tra Governo e sigle stabilì un ulteriore taglio della scala mobile segnando una spaccatura all’interno del sindacato. «Occorre lasciare gli ormeggi del passato e aprire una stagione nuova di corresponsabilità e partecipazione. Dobbiamo impostare la rotta che arriva a un grande accordo tra parti riformiste e responsabili che impegni istituzioni, sindacato e imprese su obiettivi strategici comuni», sostiene la nuova numero uno della Cisl ricordando come la stella polare debba essere «il perseguimento dell’interesse generale».
La linea politica
Nella sua relazione, ancora, Fumarola chiarisce la linea della Cisl: quella del dialogo. In questo senso la nuova segretaria generale sembra prendere le distanze da Cgil e Uil, quando rifiuta «proteste sterili» e «antagonismo ideologico» e ricorda che «il clima di scontro non giova a nessuno». Di qui l’invito al dialogo e alla corresponsabilità: «Questa è l’unica chiave di accesso al futuro. Nessun pregiudizio, nessuna simpatia o antipatia dettata dal colore politico del governo che si ha di fronte. Rispetto al governo Meloni, al quale riconosciamo di aver mantenuto un’importante attenzione al dialogo, ci poniamo allo stesso modo con cui ci siamo rapportati al governo Draghi e a quelli precedenti. Stando sempre al merito delle cose e proprio per questo senza paura del conflitto. Che è cosa ben diversa da un antagonismo troppo spesso strabordante su altri terreni rispetto a quello puramente sindacale».
Le priorità
In effetti Fumarola si mostra tutt’altro che “accucciata” davanti alla premier Giorgia Meloni, soprattutto quando invoca «equità fiscale più che pace fiscale»: «Più che di rottamazione delle cartelle, si emettano più cartelle. Pagare meno, pagare tutti. Chiediamo al Governo l’abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35 almeno al 32% per sostenere con più vigore il ceto medio e rilanciare i consumi da parte di pensionati e lavoratori». La priorità della nuova segretaria della Cisl è la sicurezza sul lavoro, definita «primo comandamento», seguita da inclusione di donne e giovani, investimenti sulle competenze, soluzioni alle vertenze e rilancio dell’industria. Quanto alla questione salariale, Fumarola dice no al salario minimo legale e sì all’estensione del perimetro della contrattazione collettiva e al sostegno a produttività e partecipazione. Infine un passaggio sul Jobs Act: «Non è mettendo le lancette indietro di dieci anni che possiamo rispondere a problemi nuovi. Chi vede nel Jobs act la madre di tutti i mali, svegliandosi dopo due lustri di letargo, sa bene di non raccontarla giusta».
Il personaggio
Ma qual è la storia di Fumarola? Nata a Taranto nel 1966, laureata in Scienze sociologiche alla Cattolica di Milano, ha iniziato la sua esperienza sindacale nel 1987 nella Federazione degli operai agricoli (Fisba, poi confluita nella Fai), sostenendo e promuovendo il lavoro dei braccianti nelle Leghe comunali. Poi è arrivata al vertice tarantino e infine nazionale della Cisl. Tra le battaglie più significative della sua carriera sindacale quella per l’emersione del lavoro irregolare e i Patti territoriali in agricoltura, la riqualificazione ambientale dell’area dell’ex Ilva, la costruzione del gasdotto Trans Adriatico, i patti territoriali in Puglia, Basilicata, per la città metropolitana di Bari e Taranto, le tante iniziative a favore del lavoro dei giovani, la formazione, la conciliazione lavoro-famiglia, la tutela della maternità e l’occupazione stabile, il sostegno ai pensionati e alla non autosufficienza, l’accoglienza e l’inclusione dei lavoratori immigrati. A Fumarola gli auguri non solo della politica e dei sindacati nazionali, ma anche di quella Cisl pugliese della quale è stata leader: «Daniela è stata e continua a essere una sindacalista di assoluto riferimento – fa sapere l’attuale segretario Antonio Castellucci – Il suo impegno alla guida della nostra organizzazione regionale, dal 2016 al 2020, è stato segnato da lavoro intenso, concretezza e dialogo. Il rispetto per i ruoli e quello rigoroso delle regole dell’organizzazione l’ha resa un modello per tanti di noi, contribuendo a rafforzare il nostro sindacato e il suo radicamento su tutto il territorio pugliese».