Checco Zalone, appena esce dal silenzio, fa subito parlare di sé.
Tutti, pubblico e addetti ai lavori, aspettano il suo nuovo film, «Buen Camino», di cui abbiamo parlato più volte sull’Edicola.
Del film, nei cinema dal 25 dicembre, sappiamo molto. Il trailer, il prossimamente del film, ha anche acceso molte polemiche per via di una battuta.
Entrando in un ostello piuttosto affollato e spartano sul Cammino di Santiago, Checco, il suo personaggio, dice: «Mi sembra di essere in un film». «Quale film?», chiede la sua interlocutrice. E lui risponde: «Schindler’s List».
Una frase che divide: qualcuno l’ha trovata tipica dell’umorismo nero di Zalone, altri l’hanno bollata come infelice e di cattivo gusto.
Una scelta importante
Ma non di questo vogliamo parlare.
Ma della scelta di Zalone di diventare testimonial di «HHT onlus».
Luca Medici, in arte Checco Zalone, come Silvio Orlando, Miss Italia Alice Sabatini e molti altri personaggi famosi, come scrive il Corriere della Sera, «non chiedono soldi, ma solo di indossare la maglietta rossa con logo HHT onlus e mettere il post sui propri social, per diffondere la conoscenza di una malattia rara, che si è guadagnata l’appellativo di assassino silente».
Una malattia genetica
Cos’è la HHT? La sigla sta per «Teleangectasia Emorragica Ereditaria» ed è nota anche come «Sindrome di Rendu-Osler-Weber».
È una rara malattia genetica che causa la formazione di vasi sanguigni anomali in varie parti del corpo, portando a sanguinamenti frequenti (epistassi, il comune sangue dal naso) e potenziali complicazioni gravi al cervello, polmoni e fegato.
«HHT onlus», racconta ancora il Corriere della Sera, «lavora instancabilmente per diffondere la conoscenza della malattia e fare prevenzione. Centri per lo screening sono presenti a Pavia, Crema, Bari, Roma e Bologna».
Un gesto, quello di Zalone, che di sicuro saprà spazzare via ogni polemica. Per lui, applausi a scena aperta.










