SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Checco Zalone sfida Avatar e presenta “Buen Camino” a Natale: «Il politicamente corretto? Scorretti con intelligenza»

Il cinema italiano cala l'asso di fine anno e punta tutto su Checco Zalone. Il 25 dicembre arriva nelle sale "Buen Camino", la commedia che segna il ritorno del tandem d'oro con il regista Gennaro Nunziante (già autore dei record di Cado dalle nubi e Quo Vado?). L'obiettivo è chiaro: spingere sull'acceleratore del box office,…
l'edicola

Il cinema italiano cala l’asso di fine anno e punta tutto su Checco Zalone. Il 25 dicembre arriva nelle sale “Buen Camino”, la commedia che segna il ritorno del tandem d’oro con il regista Gennaro Nunziante (già autore dei record di Cado dalle nubi e Quo Vado?). L’obiettivo è chiaro: spingere sull’acceleratore del box office, sfruttando il clima delle feste come facevano un tempo i cinepanettoni, ma con uno stile capace di parlare anche alle nuove generazioni.

Durante la presentazione al cinema Barberini di Roma, Zalone non si è nascosto dietro un dito: «Ci aspettiamo di fare soldi, di incassare, perché gli incassi possono far bene a tutto il comparto». E lancia, con la solita ironia, la sfida al colosso internazionale di turno: «James Cameron (regista di Avatar) dovrebbe svegliarsi il 26 mattina e dire “ma chi ca… è questo?”».

La trama

La storia vede Zalone nei panni di un padre ricco, viziato e assente, costretto a confrontarsi con il suo ruolo genitoriale quando la figlia Cristal (Letizia Arnò) fa perdere le sue tracce. Per ritrovarla e ricucire il rapporto, il protagonista dovrà intraprendere, inizialmente controvoglia, il pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. «Può apparire una cosa un po’ ruffiana – spiega l’attore – ma abbiamo cercato di rappresentare una figlia in cerca di valori autentici, che ha chiuso i social e rifiuta la ricchezza, diversamente dalle mie figlie vere che stanno sempre sul cellulare».

Non mancano le polemiche preventive. Nel film ci sono battute “rischiose” su temi caldi come Gaza o la Schindler’s List. Ma Zalone rifiuta di allinearsi al coro dei colleghi che lamentano la dittatura del politically correct: «Invece di lamentarsi bisognerebbe essere intelligentemente scorretti. Io non ho problemi col politicamente corretto». A fargli eco è il regista Nunziante: «Le battute sono parte del personaggio che è un uomo ricco, cretino, a cui tutto è permesso dal suo status. Poi però c’è una rigenerazione. Si va incontro all’uomo e lo si aiuta a crescere».

L’unico vero timore di Zalone riguarda l’attenzione del pubblico più giovane: «I ragazzi sono abituati a una comicità immediata, mi vedono “spezzettato” su TikTok e Instagram. Mi chiedo come si porranno dei ragazzini scalmanati di fronte a un racconto che ha un inizio e una fine di un’ora e mezza. È una cosa che mi spaventa».

CORRELATI

Cultura e Spettacoli, Italia","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[478880,478718,478406],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!