“Approvata” la proposta di un piano per cessare il fuoco in Libano. La decisione arriva dopo l’incontro, a Mar-a-Lago, di Donald Trump con il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer che gli ha illustrato la pianificazione per interrompere il conflitto. Il presidente eletto degli Stati Uniti spera che ciò venga fatto prima del suo ingresso nella Casa Bianca a Washington il 20 gennaio.
La notizia è riportata su Wall Street Journal, ripreso dai media israeliani. Il piano prevede il ritiro delle truppe e delle armi di Hezbollah dal confine con Israele a nord del fiume Litani, con l’esercito libanese e le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite incaricate di garantire che non facciano ritorno.
Intanto sono stati 300 i siti Hezbollah colpiti in una settimana, 40 a Beirut. Lo fa sapere il portavoce delle forze di difesa israeliane Daniel Hagar: «Abbiamo trovato razzi e altre armi che Hezbollah sta lanciando contro Israele, che sono stati fabbricati in Siria e sono stati trasferiti a Hezbollah da lì». Inoltre ha assicurato che l’Idf colpirà «tutti i tentativi di trasferire armi dalla Siria a Hezbollah e colpirà qualsiasi infrastruttura che sarà identificata in Siria e viene utilizzata per fabbricare armi per Hezbollah»
Almeno 15, invece, le persone morte dopo i due attacchi aerei effettuati dall’Israele, ieri, su un quartiere occidentale di Damasco, Mazzeh, e su uno dei sobborghi della capitale, Qudsaya a nord-ovest. Ad affermarlo l’agenzia di stampa statale siriana Sana. Uno degli attacchi ha preso di mira un ufficio del gruppo palestinese della Jihad islamica. Secondo Sana sedici persone sono rimaste ferite negli attacchi aerei.