La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, al centro dell’inchiesta avviata dopo la denuncia presentata dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. I magistrati contestano all’indagata diversi reati: stalking aggravato, lesioni personali, diffamazione, interferenze illecite nella vita privata e false dichiarazioni inserite nel curriculum legate all’organizzazione di eventi.
L’indagine, condotta dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini insieme alle pm Giulia Guccione e Barbara Trotta, era partita circa un anno fa con una perquisizione nell’abitazione della donna e il sequestro di dispositivi elettronici.
Secondo l’accusa, Boccia avrebbe messo in atto condotte “ripetitive, ossessive e di controllo” nei confronti di Sangiuliano, tentando di ottenere una nomina fiduciaria al ministero e screditando i collaboratori più vicini all’allora ministro.
Tra le condotte contestate figurano anche pressioni per accedere al cellulare istituzionale di Sangiuliano. Parti offese nel procedimento, oltre all’ex titolare della Cultura, anche la moglie e l’ex capo di gabinetto Francesco Gilioli. Gli avvocati di Sangiuliano hanno annunciato che si costituiranno parte civile, esprimendo fiducia nella conferma delle accuse.