Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato la pubblicazione di una nuova e vasta tranche di documenti relativi a Jeffrey Epstein, il finanziere arrestato per traffico sessuale di minori e morto suicida in carcere nel 2019. Si tratta di quasi 30mila pagine complessive, diffuse in più fasi in base a quanto previsto dall’“Epstein Files Transparency Act”, approvato dal Congresso.
La pubblicazione graduale, ha spiegato il Dipartimento, è necessaria per tutelare l’identità delle vittime e oscurare informazioni sensibili. Secondo i media statunitensi, tra cui Cbs News, i file includono oltre 11mila documenti tra fotografie, atti giudiziari, e-mail e materiali dell’Fbi. Nelle prime tranche sono emersi anche riferimenti a personaggi noti che avrebbero avuto contatti con Epstein.
Particolare attenzione ha suscitato un’e-mail interna del gennaio 2020, citata dalla Cnn, in cui un assistente procuratore del Distretto meridionale di New York afferma che Donald Trump avrebbe viaggiato sul jet privato di Epstein «molte più volte di quanto precedentemente riportato». Dai registri di volo risulterebbero almeno otto viaggi tra il 1993 e il 1996, in alcuni casi con la presenza di Ghislaine Maxwell. In uno dei voli, Trump ed Epstein sarebbero stati gli unici passeggeri. In altri comparirebbero donne successivamente indicate come potenziali testimoni.
Il Dipartimento di Giustizia, tuttavia, ha precisato che alcuni documenti contengono «affermazioni false e sensazionalistiche» contro Trump, presentate all’Fbi prima delle elezioni del 2020 e ritenute infondate. Nonostante ciò, i file vengono pubblicati in nome della trasparenza.
Trump ha reagito duramente contro il New York Times, accusato di diffondere menzogne e di rappresentare «una minaccia per la sicurezza nazionale». Il presidente ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento illecito legato a Epstein, pur avendo firmato la legge che impone la diffusione completa dei documenti investigativi.