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Caso Almasri, l’Unione Europea ora bacchetta l’Italia: «Collaborare con la Cpi»

Secondo un portavoce della commissione europea, «il Consiglio europeo nel 2023 ha invitato tutti gli Stati membri a garantire la piena cooperazione con la Corte penale internazionale, compresa la tempestiva esecuzione dei mandati d’arresto», riferendosi al caso del carceriere libico Nijeem Osama Almasri, facendo salire di fatto ulteriormente la tensione su una vicenda che vede la presidente del consiglio Giorgia Meloni e i ministri dell’interno, Matteo Salvini, e della giustizia, Carlo Nordio, insieme al sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano, iscritti nel registro degli indagati da parte della Procura della Repubblica di Roma per aver consentito il rimpatrio del libico con un volo di Stato italiano.

La riunione con Bongiorno

Mentre l’Ue richiama l’Italia al rispetto della Corte penale internazionale e dei mandati di arresto che vengono emessi dal tribunale dell’Aja, Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e avvocata del governo per il caso in questione, si è recata a piazza Colonna per un quarto d’ora. Bongiorno ha preferito non rispondere alle domande sulla vicenda e neanche a chi le chiedeva una reazione ai dubbi sollevati dal Pd, secondo cui è “inopportuno” che da presidente della commissione Giustizia del Senato sia avvocato difensore della premier e altri componenti del governo. Intanto, da fonti del Quirinale si fa sapere che la premier Meloni si era recata martedì dal Capo dello Stato Sergio Mattarella per comunicargli l’iscrizione nel registro degli indagati di lei e dei membri del suo governo. L’incontro è avvenuto nel pomeriggio, prima che Meloni annunciasse la notizia con un video sui social.

La mossa del Csm

Sempre sul versante giudiziario, è da annotare che le consigliere laiche del centrodestra del Consiglio superiore della magistratura, Isabella Bertolini e Claudia Eccher, hanno chiesto al comitato di presidenza l’apertura di una pratica in prima Commissione per individuare «eventuali profili disciplinari, in relazione alle modalità e tempi» dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato dei vertici di governo da parte del Procuratore di Roma, Francesco Lo Voi.

Lo scontro

Mentre continua lo scontro politico con Fratelli d’Italia che insiste sulla riforma della Giustizia affrontando anche la questione dell’obbligatorietà dell’azione penale per eliminarla. Il capogruppo al Senato per FdI, Lucio Malan risponde di «sì, visto che nonostante la riforma Cartabia qualcuno continua a ritenere che si debba procedere alle indagini sempre e comunque».  Da parte sua la premier torna sui social per ricordare come «i sondaggi e quindi il sostegno dei cittadini sono a favore del governo», a differenza dell’atto del giudice Lo Voi che la Meloni definisce «voluto».

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