In queste ore si attendono chiarimenti sulla scarcerazione e il rientro in patria del capo della polizia giudiziaria libica: Najeem Osama Almasri, lo scorso 21 gennaio, è stato arrestato a Torino su mandato della Corte penale internazionale, per crimini di guerra e contro l’umanità, ed è stato rilasciato ieri per poi essere riportato in Libia su un volo di Stato italiano.
Le opposizioni, unite, chiamano in Parlamento Giorgia Meloni perché “chiarisca” quanto accaduto e chiedono alla premier «di smettere di nascondersi dietro i suoi ministri. Quello che è accaduto è di una gravità inaudita. Altro che chiodi e cavilli. Chiediamo a Giorgia Meloni di venire a riferire in Aula, non ci fermeremo fin quando non avremo chiarezza e trasparenza. A Giorgia Meloni diciamo di smettere di nascondersi nel Palazzo». Così la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ieri in conferenza stampa con tutte le opposizioni, insieme per il caso della scarcerazione di Almasry, «torturatore e trafficante libico liberato e riportato in Libia dal governo Meloni con un volo di Stato», si legge sul profilo Instagram dove ha pubblicato il video della conferenza.
Oltre alla segretaria dem anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, Riccardo Ricciardi neocapogruppo M5S, Matteo Richetti di Azione, Maria Elena Boschi di Iv e Riccardo Magi, segretario di Più Europa.
«La violazione del diritto internazionale e l’ennesimo schiaffo alla Cpi. È qualcosa di inaudito e che non può essere passato sotto silenzio come se si trattasse di un cavillo normativo. Il cavillo ha un nome preciso, si chiama complicità del nostro governo, della premier con una persona accusata di reati gravissimi», attacca Fratoianni. «L’unico rimpatrio che è riuscito a fare il governo di destra è quello di un criminale di guerra con un volo di Stato mentre i pendolari non si riescono a muovere in questo Paese – continua Ricciardi – Il diritto internazionale è stato calpestato. Che non ci si nasconda dietro un chiodo, un giudice comunista, qualcosa che possa far gridare a un complotto contro la Meloni, qui la responsabilità è la sua».
L’autorizzazione e il blitz politico con tanto di volo di Stato
«Tutti sanno che il Falcon dei servizi può decollare solo con l’autorizzazione di palazzo Chigi. Palazzo Chigi ha autorizzato il decollo e ha riportato questo criminale in Libia», dichiara Angelo Bonelli, che chiede le dimissioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Anche Azione, Iv e Più Europa non risparmiano il governo. «Perché deve venire Meloni in Aula? – chiarisce Richetti – Perché la sua risposta è stata ‘io non faccio la guerra ai migranti, faccio la guerra ai trafficanti di esseri umani’. Vi ricordate il globo terracqueo? Ecco, ora ce lo viene a spiegare in Parlamento».
«Lascia stupiti che un generale libico accusato di crimini gravissimi si senta così sicuro nel nostro Paese da fare il turista a Torino e andare allo stadio. Poi viene incarcerato e scarcerato con un cavillo giuridico e riportato a casa – ha aggiunto la deputata di Iv Maria Elena Boschi – E’ impensabile che Meloni e l’autorità delegata Mantovano non fossero a conoscenza di questa vicenda, se non ne erano a conoscenza è ancora più grave».
Magi parla invece di «blitz politico con tanto di volo di Stato. Quella di Almasri è una vicenda tra l’incredibile e il preoccupante. Abbiamo riportato questo signore in Libia con un aereo di Stato: se un jet di stato decolla da Ciampino, va a Torino e prende un ricercato per riportarlo a Tripoli, qualcuno ha dato l’autorizzazione. E questo qualcuno sta a palazzo Chigi. Altrimenti, sarei preoccupato di un paese in cui, senza che il vertice dello stato lo autorizzi, un aereo riconduce in Libia un arrestato».
«L’autorizzazione è arrivata da palazzo Chigi». Così il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, ospite a Agorà su Rai Tre. «Tra l’altro, mentre il fascicolo di Almasri non era ancora arrivato sul tavolo del ministro Nordio, a Tripoli stavano già organizzando i festeggiamenti. Ma il punto chiave – aggiunge Borghi – è la conferenza stampa della presidente del consiglio a Cutro. In quella circostanza Meloni, con la consueta veemenza, disse: ‘daremo la caccia ai trafficanti di uomini per tutto il globo terracqueo’. E oggi un trafficante lo abbiamo riportato a Tripoli».
La difesa del governo
Ci sono stati errori in applicazione delle norme, lo ha detto il presidente del Tribunale nella motivazione con cui ha scarcerato Almasri, viene ribadito. Dopo il report della Cpi in cui risultava come un soggetto pericoloso, per questioni di urgenza e sicurezza – spiegano fonti di palazzo Chigi – è stato deciso di utilizzare un aereo di Stato perché è complicato per un Paese trasportare altrove soggetti pericolosi o terroristi con aerei di linea: non si può fare perché si mettono a rischio i passeggeri e poi la scorta armata che trasporta la persona non può salire a bordo armata.
L’Aja chiede chiarimenti sul caso Almasri
Anche da l’Aja in una nota della Corte penale internazionale vengono chiesti chiarimenti all’Italia. «Il 21 gennaio 2025, senza preavviso o consultazione con la Corte, il signor Osama Almasri Njeem sarebbe stato rilasciato dalla custodia e riportato in Libia. La Corte sta cercando, e deve ancora ottenere, una verifica dalle autorità sui passi presumibilmente intrapresi», si legge in una nota della Corte penale internazionale.
Piantedosi atteso in Parlamento
Oggi, in ogni caso, sarà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a intervenire per primo sulla vicenda in Parlamento. Il titolare del Viminale, infatti, risponderà al question time in Senato. La sua presenza era già prevista dal calendario e l’interrogazione sul generale libico, a firma dei dem Zampa e Fina, è stata aggiunta in corso. Meloni, in ogni caso, per ora non verrà. Ciriani, Fontana e La Russa, concordano infatti che sarà comunque Piantedosi a svolgere un’informativa in Parlamento la prossima settimana.
Schlein: «Meloni la smetta di giocare a nascondino dietro ai suoi ministri»
A Schlein e compagni, però, non basta. «Pare che Meloni – continua – voglia mandare qualcun altro, Piantedosi. La smetta di giocare a nascondino dietro ai suoi ministri».
«Probabilmente a Palazzo Chigi non comprendono bene l’italiano, forse alla conferenza stampa delle opposizioni avremmo dovuto parlare anche in arabo – conclude Fratoianni – deve essere la presidente del Consiglio dei ministri a spiegare».
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