Via dalla città e di corsa verso i Comuni limitrofi: vivere nel capoluogo in Puglia costa un occhio della testa. E in tanti, molte famiglie monoreddito, cercano casa spostandosi verso le province.
I numeri
Conti alla mano, per chi sceglie la pigione un affitto nel quartiere Murat arriva a mille euro per 60 metri quadrati. La vicinanza con l’Università e il centro ha fatto volare i prezzi alle stesse, per un monolocale di 25 metri quadrati (una stanzetta) si arriva anche a 650 euro di pigione. Ma i prezzi lievitano ancora di più se ci si aggira per la Madonella, al quartiere Umbertino, tra palazzi storici e attici. Scendono i costi a Japigia, aumentano ancora verso i quartieri sul mare, come Torre a Mare. Basti pensare che per le case, sia per l’affitto che per la vendita (secondo Immobiliare.it) i prezzi sono lievitati in un anno (ottobre 2023) del 10%. A maggio del 2023 il prezzo medio di vendita a Bari era di 1813 euro/m2.
Per quanto riguarda l’affitto, sempre a maggio 2023 il prezzo medio si è attestato sui 10,5 euro/m2. Dopo un anno si sfiorano i 2000 euro a metro quadro. Una batosta se si pensa di avere uno stipendio che si aggira sui 1.500 euro. Ma se si considera la vicina Napoli, Bari è ancora accessibile. Nel capoluogo campano gli affitti vanno dagli 800 in su, per i monolocali (35 metri quadrati). Ed ecco che le famiglie monoreddito cercano sempre più di spostarsi verso i Comuni limitrofi del barese, dove la smania di trasformare tutto in bed and breakfast non è ancora arrivata.
E sei hai famiglia?
Bari è la più cara delle città della Puglia, ma se a viverci è una famiglia con bimbi, le cose sono ancor più difficili. La scuola materna a tempo pieno, in una struttura privata, costa 550 euro al mese, se poi si sceglie l’internazionale il prezzo annuale è di 16mila euro l’anno.
In media per la spesa alimentare si spendono 91 euro, poco più che a Palermo e Catanzaro. Ma il dato fa impressione se paragonato ai circa 68 euro medi spesi a Napoli (chiaramente anche qui dipende dal quartiere) perché la città è ricca di mercatini (ce ne sono in ogni quartiere).
Spesa più alta
La spesa inerente ai beni di prima necessità come pane, pasta, ortaggi o legumi è del 20% più alta che nel capoluogo campano, rendendo Bari la città più cara del Sud Italia per i beni di necessità (fonte Reale Italia).
Anche secondo l’ultimo studio del Codacons Bari è la città più cara del Mezzogiorno d’Italia per l’alimentazione, con il carrello della spesa che schizza con coefficienti di ricarico dal campo alla tavola fino al 400%, a Napoli si spende il 20 per cento in meno.
E questo non perché si decida di acquistare il bio, o prodotti particolare, ma proprio perché negli ultimi tempi, l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi e da qui l’aumento nei prodotti agricoli.
Incredibile, ma vero, la città della Puglia che offre una maggiore quantità di prodotti agricoli a chilometri zero (basti pensare all’olio, ma anche a lenticchie, frutta, verdura, grano) ha un costo per i beni primari maggiori del resto d’Italia e non è facile risparmiare.