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Carrello della spesa più caro di 356 euro. Caffè e burro i più costosi

Il caffè del mattino costa il 23,4% in più, il burro sfiora il +17%, mentre i pomodori hanno superato il +12%. A luglio il carrello della spesa ha accelerato ancora, portando nelle case italiane una “stangata alimentare” da 6,4 miliardi di euro l’anno. Per una famiglia con due figli significa un esborso extra di 356…
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Il caffè del mattino costa il 23,4% in più, il burro sfiora il +17%, mentre i pomodori hanno superato il +12%. A luglio il carrello della spesa ha accelerato ancora, portando nelle case italiane una “stangata alimentare” da 6,4 miliardi di euro l’anno. Per una famiglia con due figli significa un esborso extra di 356 euro, mentre per una famiglia media l’aggravio è di 261 euro. L’inflazione sui prodotti alimentari e bevande analcoliche ha toccato in media il +3,9% su base annua, con punte del +5,1% sugli alimentari non lavorati.

I rincari sui beni primari

I rincari colpiscono trasversalmente i beni primari: frutta fresca +8,8%, latticini +7%, uova +7,2%, cioccolato +13,2%. Prodotti che non si possono tagliare dal bilancio familiare e che incidono sulla dieta quotidiana. «La situazione è preoccupante – avverte il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – e il trend si sta aggravando di mese in mese». L’aumento dei listini, prosegue Melluso, erode il reddito reale e riduce la capacità di spesa, imponendo cambiamenti forzati nelle scelte di consumo. Ma il carrello più caro è solo la punta dell’iceberg.

Il bilancio annuale

Secondo Confcommercio, nel 2025 la spesa media complessiva per famiglia toccherà i 22.114 euro. Di questi, ben 9.300 euro sono assorbiti da beni e servizi “non comprimibili”, quelli cioè che non lasciano margini di scelta. L’abitazione resta la voce più onerosa: oltre 5mila euro all’anno, con un aumento di 109 euro rispetto al 2024. Subito dietro, le assicurazioni (2.151 euro) e la voce carburanti ed energia (1.651 euro), che insieme formano un blocco di costi fissi difficilmente riducibile. Per Confcommercio, la pressione dei costi incomprimibili è ormai un fenomeno “strutturale” che riduce l’area di consumo discrezionale e frena il potenziale di crescita della domanda interna. «Per rilanciare i consumi – spiega l’associazione – bisogna agire su due fronti: contenere i costi fissi e tutelare il potere d’acquisto delle famiglie».

Il confronto col 2024

Il confronto con un anno fa è eloquente. A giugno il carrello della spesa era cresciuto del 2,8% su base annua; a luglio ha toccato il 3,2%. La progressione, anche se inferiore alle prime stime, conferma la tendenza al rialzo e la difficoltà di invertire il trend senza interventi mirati. A preoccupare le associazioni dei consumatori è anche la prospettiva autunnale. Dopo l’estate, il rientro dalle vacanze coinciderà con un’ondata di nuove spese: libri e materiale scolastico, abbonamenti ai trasporti, manutenzione domestica e, con l’arrivo del freddo, il capitolo bollette. Una combinazione che rischia di comprimere ulteriormente i margini di spesa per beni voluttuari e servizi legati al tempo libero. In attesa di eventuali misure del governo per contenere l’inflazione e alleggerire i costi fissi, gli italiani continuano a fare i conti con un portafoglio sempre più leggero e un carrello sempre più caro. E con la consapevolezza che, in questo scenario, ogni aumento di prezzo non è un episodio isolato ma un tassello di una tendenza che sta cambiando il modo di vivere e consumare.

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